Viene finalmente discussa in sede Ue, dopo le proteste dell’Italia, la questione delle normative comunitarie sulla pesca delle vongole. Regole che rischiano di portare al collasso uno dei comparti-chiave del settore ittico italiano.
Qui su Universofood abbiamo già parlato dei problemi della pesca dei molluschi bivalvi in Italia, e abbiamo visto tempo fa il Piano in 5 punti di Coldiretti Impresapesca per rilanciare il comparto. Più in generale il settore della pesca sta attraversando negli ultimi anni un frangente molto difficile, legato alla crescente pressione di norme e regole introdotte almeno in parte per ragioni ecologiche (per troppo tempo gli stock ittici sono stati sovrasfruttati) ma considerate da molti insostenibili sul piano economico e della competitività, dall’ Iva al 10% sul gasolio dei pescherecci alla licenza a punti per la pesca, il fermo pesca, la nuova riforma della PCP (Politica Comune della Pesca), l’ aumento dei canoni demaniali marittimi per gli impianti di acquacoltura, e l’introduzione dell’ obbligo del sistema satellitare anche per le piccole barche da pesca.
Particolarmente difficile è il caso della pesca alle vongole. Nel già citato Piano di Coldiretti Impresapesca per il rilancio del comparto della pesca alle vongole vengono individuate cinque criticità: il divieto di pesca-raccolta molluschi ad distanza inferiore di 0,3 miglia marine dalla battigia; la taglia minima delle vongole fissata a 25 mm. senza margini di tolleranza sugli esemplari sottomisura; i vincoli e le restrizioni sulla potenza dei motori delle barche; i parametri troppo severi sulla depurazione e sull’Escherichia-coli; l’installazione dell’A.I.S. anche a bordo delle draghe idrauliche che operano a una distanza massima di due miglia marine dalla battigia. I punti considerati più critici sono il primo e il secondo: da tempo Coldiretti Impresapesca chiede di rivedere il divieto di pesca-raccolta molluschi a distanza inferiore di 0,3 miglia marine dalla battigia (areali dove si concentra il 70% delle vongole) e chiede di ridurre la misura della taglia minima da 25 mm. a 23 mm. oppure di recuperare la tolleranza del 10% sugli esemplari sottomisura.
Nel gennaio 2015 qualcosa sta cominciando a muoversi. Dopo le proteste dei pescatori partite da Chioggia e Venezia, e dopo l’annuncio di Matteo Salvini “la misura è colma, andremo in presidio presso la sede della Commissione Ue a Milano con centinaia di produttori agricoli e di pescatori italiani”, una delegazione italiana guidata dal sottosegretario Giuseppe Castiglione ha affrontato la questione delle vongole in un incontro bilaterale con il commissario Ue all’ambiente e agli affari marittimi, Karmenu Vella, il quale – secondo quanto riferito dal sottosegretario Castiglione – “ha capito il grave problema con cui si trovano a dover fare i conti i pescatori italiani di vongole”. Secondo la Coldiretti “le norme comunitarie stanno portando al totale blocco dell’attività di pesca delle vongole Made in Italy pe via di regole assurde sulle taglie minime e sulla distanza minima dalla costa. Le norme comunitarie rischiano di portare alla chiusura quello che in realtà è uno dei comparti maggiormente ecocompatibili e in linea con le esigenze di tutela delle risorse ittiche”.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso e che ha portato alle proteste è legata al Regolamento comunitario dei controlli che ha portato negli ultimi mesi a un’intensificazione delle azioni delle forze dell’ordine e delle sanzioni. Ad oggi è sufficiente la pesca di una sola vongola sottomisura (meno di 25 mm.) per incorrere in un processo penale con sanzioni fino a 4.000 euro, il tutto mentre dalla Turchia vengono importate vongole anche da 17 mm. Federcoopesca ha sintetizzato il problema in questi termini: “la taglia minima per le vongole fu introdotta in Italia alla fine degli anni ‘60 per essere ripresa poi nelle norme Ue, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è il Regolamento comunitario dei controlli, che ha intensificato l’azione delle forze dell’ordine e quindi le sanzioni, creando problemi alle imprese che devono pagare costi salati anche a fronte di quantitativi minimi di pescato sotto taglia del tutto accidentali”.
(Luigi Torriani)
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