A partire dal 18 novembre 2014 il Pecorino Crotonese diventa ufficialmente un prodotto Dop. L’Italia si conferma dunque il Paese leader per numero di prodotti agroalimentari di pregio riconosciuti dall’Unione Europea, arrivando a quota 269 tra Dop, Igp e Stg (qui l’elenco completo delle Dop, Igp e Stg italiane, in continuo aggiornamento).
Dopo il recente riconoscimento come Igp della Piadina Romagnola e della Salama da Sugo, un altro prodotto alimentare italiano entra nell’elenco delle produzioni agroalimentari tutelate dall’Unione Europea: il Pecorino Crotonese, che diventa ufficialmente un prodotto Dop con il Regolamento di esecuzione Ue n. 1262/2014 del 18 novembre 2014. Il Pecorino crotonese Dop (qui il testo integrale del Disciplinare di produzione) è un formaggio a pasta dura, semicotta, prodotto esclusivamente con latte intero di pecora in tre diverse versioni – Fresco, Semiduro, Stagionato; la zona di produzione del latte e di produzione e stagionatura del formaggio comprende 52 Comuni tra le province di Crotone, Catanzaro e Cosenza (precisamente i Comuni di: Belvedere Spinello, Caccuri, Carfizzi, Casabona, Castelsilano, Cerenzia, Cirò, Cirò Marina, Cotronei, Crotone, Crucoli, Cutro, Isola di Capo Rizzuto, Melissa, Mesoraca, Pallagorio, Petilia Policastro, Rocca di Neto, Roccabernarda, San Mauro Marchesato, San Nicola Dell’Alto, Santa Severina, Savelli, Scandale, Strongoli, Umbriatico, Verzino, Andali, Belcastro, Botricello, Cerva, Cropani, Marcedusa, Petronà, Sellia, Sersale, Simeri Crichi, Soveria Simeri, Zagarise, Bocchigliero, Calopezzati, Caloveto, Campana, Cariati, Cropalati, Crosia, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola e San Giovanni in Fiore, Scala Coeli, Terravecchia).
Con il riconoscimento del Pecorino Crotonese salgono a sette i pecorini italiani Dop: oltre al Crotonese, il Pecorino di Filiano, il Pecorino di Picinisco, il Pecorino Romano, il Pecorino Sardo, il Pecorino Siciliano e il Pecorino Toscano. E nel complesso – considerando tutti i prodotti Dop, Igp e Stg italiani – l’Italia sale a quota 269 e si conferma il Paese leader per numero di prodotti agroalimentari tutelati dall’Unione Europea, davanti alla Francia (ferma a quota 219) e alla Spagna (180).
Ricordiamo la differenza tra Dop, Igp e Stg. Dop, Igp e Stg sono marchi attribuiti dall’Unione Europea a prodotti alimentari tipici e di particolare pregio, previo il rispetto – per ogni prodotto – di un determinato disciplinare di produzione (Dop, Igp e Stg dal 2009 servono per classificare, oltre agli alimenti, anche i vini: Igp sono gli ex Igt e Dop sono gli ex Doc e Docg). Dop (Denominazione di origine protetta) è il riconoscimento con i criteri più “severi”, e viene attribuito a prodotti alimentari con caratteristiche legate a uno specifico e limitato territorio di produzione (clima, ambiente, tecniche di produzione tradizionali). Igp (Indicazione geografica protetta) è una dicitura con criteri meno stringenti rispetto a Dop (si parla di una sola determinata qualità o caratteristica del prodotto che deve essere legata a una determinata area geografica, e il legame con l’area geografica può avvenire anche in un una sola fase del processo produttivo, produzione o trasformazione o elaborazione, purché la fase in questione sia decisiva per la qualità di pregio che rende Igp il prodotto). Stg (Specialità tradizionale garantita) è un marchio che ha criteri ancora meno stringenti dell’Igp (tutela prodotti alimentari con specificità legate a un metodo di produzione tradizionale, ma che non devono necessariamente avere un legame con una determinata area di produzione).
(Luigi Torriani)