Si è tenuta il 10 ottobre la quattordicesima edizione dell’Obesity Day, la giornata nazionale di sensibilizzazione nei confronti del sovrappeso e dell’obesità organizzata dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica.
L’Obesity Day 2014 è l’occasione per fare il punto sul problema dell’obesità in Italia. Le categorie di sovrappeso e obesità sono definite in questi termini: intendendo per Indice di Massa Corporea (IMC) il peso in chilogrammi di una persona diviso per la sua altezza in metri al quadrato (kg/m2), si considera sovrappeso chi ha un IMC compreso tra 25 e 29,9, mentre è obeso chi ha un IMC superiore a 30 (ha un peso-forma chi ha un IMC compreso tra 18,5 e 24,9, mentre è sottopeso chi ha un IMC inferiore a 18,5). Secondo i dati diffusi dalla Coldiretti in occasione dell’Obesity Day 2014 quasi la metà degli italiani (il 46%) oggi ha problemi di peso: il 35,6% degli italiani è sovrappeso, il 10,4% è obeso. Il problema riguarda soprattutto gli uomini, che sono sopra il peso forma (sovrappeso o obesi) nel 55,5% dei casi, mentre tra le donne la percentuale scende al 37,1%. Particolarmente problematica è la situazione delle nuove generazioni: il 26,9% degli italiani tra i 6 e i 17 anni ha problemi di peso (sovrappeso o obesità), e secondo i dati dell’Eu Action Plan on Childhood Obesity 2014-2020 i bambini italiani vantano oggi un poco confortante primato nella classifica europea dell’obesità, davanti ai loro coetanei danesi e francesi.
Come si è arrivati a questo punto? Secondo la Coldiretti “a pesare è l’addio alla dieta mediterranea, che, con pane, pasta, frutta, verdura, extravergine e il tradizionale bicchiere di vino consumati a tavola in pasti regolari ha consentito agli italiani di conquistare fino ad ora il record della longevità con una vita media di 79,4 anni per gli uomini e di 84,5 per le donne, tra le più elevate al mondo”. Ricordiamo a questo proposito che negli ultimi anni in Italia c’è stato un vero e proprio crollo dei consumi di frutta e verdura: tra il 2000 e il 2013 le vendite di frutta e verdura nel nostro Paese sono scese del 30%, portando a un consumo giornaliero inferiore a quello minimo raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. E la Crisi ha peggiorato la situazione, determinando la diffusione di uno stile alimentare low cost che pone problemi seri dal punto di vista della sicurezza alimentare e favorisce la diffusione dell’obesità infantile (snack, dolci, caramelle).
(Luigi Torriani)