La Commissione europea – nel quadro del piano di aiuti all’agroalimentare europeo per contrastare l’embargo russo – sta varando un nuovo pacchetto di aiuti, dopo la sospensione del piano di finanziamenti della scorsa settimana.
Abbiamo seguito fin dall’inizio, qui su Universofood, la vicenda dell’embargo russo sui prodotti alimentari, una misura decisa da Putin per “punire” quei Paesi che nel caso Ucraina hanno tenuto una posizione antirussa (i Paesi dell’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia, la Norvegia). L’impatto dell’embargo russo sul solo settore alimentare italiano oltrepassa i 175 milioni di euro di danni.
L’Unione Europea si è attivata da subito stanziando il 18 agosto 125 milioni per il settore ortofrutticolo (europeo), cui vanno aggiunti i finanziamenti alla filiera dei formaggi. Ma la scorsa settimana è arrivato lo stop ai finanziamenti al settore ortofrutticolo: un blocco temporaneo legato soprattutto all’aumento sproporzionato di richieste da parte di alcuni Paesi, e in particolare alle richieste eccessive arrivate dalla Polonia (addirittura l’87% dei fondi destinati a tutti i produttori di ortofrutta dell’Unione Europea era stato reclamato dai produttori polacchi). Una situazione di confusione possibile perché il sistema di aiuti si basava sul principio del “chi prima arriva prima ottiene”.
L’Unione Europea ha deciso così di bloccare il piano di finanziamenti all’ortofrutta, per introdurre un nuovo piano – sempre di 125 milioni – ma più mirato, con un legame tra l’entità degli aiuti e le esportazioni effettive del Paese richiedente verso la Russia. Il nuovo piano, che resterà in vigore fino al 31 dicembre 2014 (o fino al raggiungimento dei volumi massimi stabiliti) è in corso di approvazione a Bruxelles, e secondo le anticipazioni della Coldiretti presenta le seguenti novità:
– inserimento nel piano degli aiuti degli agrumi ed eliminazione dei prodotti ortofrutticoli che non rivestono importanza a fini esportativi verso la Russia (funghi, frutti rossi e tutte le tipologie di cavoli);
– suddivisione dei prodotti oggetto di intervento in 4 gruppi (mele e pere; frutta; ortaggi; agrumi) e definizione per ogni gruppo di un livello massimo di volume oggetto di intervento. Nella definizione dei volumi massimi, la Commissione considera la media triennale (2011-2012-2013) dei flussi di esportazione di ciascuno Stato membro diretti verso la Russia per i mesi di interesse del provvedimento, diminuiti dei volumi notificati ai sensi del precedente provvedimento (Reg.n°932/2014) e ridistribuendo tra i paesi esportatori le quote di prodotto inviato in Russia attraverso triangolazioni con altri Stati membri;
– viene data facoltà a ciascuno Stato Membro di usufruire di un volume addizionale di intervento pari a 3.000 tonnellate, da distribuire a propria scelta tra i prodotti oggetto di intervento e di definire criteri di selezione rispetto ai prodotti, ai beneficiari ed alle misure da attivare.
(Luigi Torriani)
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