La vendemmia 2014 segna un taglio produttivo di oltre il 15% rispetto allo scorso anno, e secondo le prime stime della Coldiretti potrebbe essere la peggiore vendemmia dal 1950 insieme alla vendemmia 2012.
Nel 2013 l’Italia era stato il primo Paese produttore e il primo Paese esportatore di vini al mondo. Se sul fronte dell’export anche nel 2014 c’è una crescita (per cui i vini italiani potrebbero essere, anche quest’anno, i più bevuti nel mondo), sul fronte della produzione le prime stime sono tutt’altro che incoraggianti. La vendemmia quest’anno è tardiva e non dovrebbe essere ultimata prima di novembre, ma le prime stime della Coldiretti parlano di un crollo del 15% rispetto al 2013 configurando in termini quantitativi il peggior quadro possibile dal 1950, insieme alla (pessima) vendemmia del 2012. Lo scorso anno la vendemmia francese è stata di 44 milioni di ettolitri e quella italiana di 45 milioni. Quest’anno – secondo le stime del Ministero dell’agricoltura francese – la vendemmia francese dovrebbe salire a 47 milioni di ettolitri, mentre quella italiana – secondo le stime della Coldiretti – potrebbe fermarsi attorno ai 41 milioni. L’Italia perderebbe quindi il primato mondiale nella produzione di vino, a vantaggio della Francia.
I dati peggiori dovrebbe essere quelli delle regioni del Sud Italia, con tagli produttivi nella vendemmia fino al 30% rispetto allo scorso anno; meno critici, ma comunque negativi, i numeri per il Nord Italia, mentre nelle regioni del Centro potrebbe esserci un incremento attorno al 10%. Il dato medio segnala comunque un calo complessivo del 15% rispetto alla vendemmia 2013. La produzione di vino italiano 2014 sarà destinata per oltre il 40% ai 332 vini a denominazione di origine controllata (Doc) e ai 73 vini a denominazione di origine controllata e garantita (Docg), il 30% ai 118 vini a indicazione geografica tipica (Igt) riconosciuti in Italia e il restante 30% a vini da tavola.
In Italia la vendemmia, secondo i numeri diffusi dalla Coldiretti, coinvolge 650.000 ettari di vigne (di cui 480.000 Docg, Doc e Igt) e oltre 200.000 aziende vitivinicole, per un giro d’affari di quasi 9,5 miliardi di fatturato per la sola vendita del vino (oltre la metà di questi 9,5 miliardi sono destinati all’export). La ricaduta occupazionale legata alla filiera del vino in Italia è di circa 1,25 milioni di persone (lavoratori impegnati direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, e lavoratori impiegati in attività connesse e di servizio).
(Luigi Torriani)