L’Unione Europea ha bloccato temporaneamente i finanziamenti che erano stati stanziati per il settore ortofrutticolo nell’ambito del problema dell’embargo russo. La ragione del blocco è un “aumento sproporzionato di richieste per alcuni prodotti”, e in particolare le richieste eccessive arrivate dai produttori polacchi.
Qui su Universofood abbiamo seguito fin dall’inizio la vicenda dell’embargo russo sui prodotti alimentari, deciso da Putin come ritorsione nei confronti di quei Paesi che hanno tenuto una posizione antirussa nella questione ucraina (dunque i Paesi dell’Unione Europea, gli Stati Uniti, il Canada, l’Australia e la Norvegia). L’embargo russo sta mettendo in ginocchio l’agroalimentare europeo, con danni che soltanto per il settore alimentare italiano oltrepassano i 175 milioni di euro. Oltre agli aiuti per la filiera dei formaggi, la Ue ha stanziato il 18 agosto 125 milioni di euro per il settore ortofrutticolo (europeo nel suo complesso), con un massimo di 82 milioni di euro per mele e pere e 43 milioni per pomodori, carote, cavoli, peperoni, cavolfiori, broccoli, cetrioli e cetriolini, funghi, mele, pere, prugne, frutti di bosco, uva da tavola fresche e kiwi.
Ora la Commissione Europea ha improvvisamente deciso di sospendere le misure di emergenza in favore della frutta e della verdura deperibile. La ragione, motivata dalla stessa Commissione Ue, è l’ “aumento sproporzionato di richieste per alcuni prodotti”. Il Commissario Dacian Ciolos ha spiegato: “La decisione é stata presa per evitare di compromettere l’efficacia delle misure di emergenza e raggiungere l’obiettivo di stabilizzare i mercati di quei prodotti in tutti gli Stati membri colpiti dall’embargo russo. Bruxelles si impegna quindi a presentare a breve uno schema di intervento più mirato, tenendo in considerazione quanto è avvenuto”. I problemi arrivano soprattutto dalla Polonia, che ha creato confusione con richieste eccessive spingendo la Commissione Europea a bloccare il programma di aiuti per definire un nuovo programma in grado di evitare controversie e forzature (il sistema di finanziamenti ora bloccato funzionava in base al principio del “chi prima arriva prima ottiene”, da cui i tentativi polacchi di forzare la mano): addirittura l’87% dei fondi destinati a sostenere i produttori di ortofrutta deperibile di tutta l’Unione Europea è stato reclamato dai produttori polacchi; soltanto per cetrioli e cetriolini le richieste polacche equivalgono al 487% dell’export annuale di tutta l’Unione Euopea verso la Russia, per cavolfiori e broccoli le richieste polacche sono pari al 286% delle esportazioni annuali Ue per la Russia, e le richieste polacche per i cavoli equivalgono al 231% dell’export Ue verso Mosca, mentre per i peperoni le richieste sono pari al 62% della produzione annua della Polonia.
Dopo la sospensione è già arrivata una nuova bozza per gli aiuti Ue al settore ortofrutticolo, con un nuovo programma che dovrebbe entrare in vigore entro pochi giorni.
(Luigi Torriani)