L’Italian Sounding fa perdere all’Italia ogni anno 60 miliardi di fatturato e 300.000 posti di lavoro. Un caso eclatante di falso Made in Italy sui mercati internazionali è quello del marchio Ragù, lanciato dalla statunitense Unilever e passato ora alla giapponese Mizkan.
I prodotti agroalimentari italiani sono i più imitati e i più contraffatti al mondo. Ci sono molte aziende italiane, con sede in Italia, che vendono prodotti con marchio Made in Italy ma realizzati con materie prime di importazione (particolarmente eclatanti sono i casi dell’olio di oliva e dei salumi, ma pensiamo per esempio anche al fatto che la Nutella, il prodotto alimentare italiano confezionato più venduto nel mondo, ha ingredienti che non sono italiani). Poi c’è il falso Made in Italy sui mercati esteri, il cosiddetto Italian Sounding, con prodotti che evocano una sensazione di italianità ma non hanno nulla a che fare con il nostro Paese (tra i tanti ricordiamo: lo “Spicy thai pesto” statunitense, il “Parma salami” del Messico, la “Mortadela” brasiliana, il “salami calabrese” in Canada, il “provolone” del Wisconsin, gli “chapagetti”in Corea, la Tinboonzola australiana, il Parmeson prodotto in Cina,…, oltre a casi particolarmente aberranti come i Wine Kit e i Cheese Kit). Ad alimentare l’Italian Sounding c’è infine il fenomeno della vendita ad aziende estere di marchi storici dell’agroalimentare italiano, iniziato negli anni ’80 con Invernizzi, Buitoni e Perugina, e proseguito nell’ultimo ventennio con diverse cessioni ogni anno (qui l’elenco di tutti i più importanti marchi alimentari persi dall’Italia).
Il caso del marchio Ragù (sughi e piatti pronti) è un esempio emblematico di Italian Sounding. Un nome che indica una ben precisa ricetta della cucina italiana è in realtà della statunitense Unilever, che l’ha ora venduto alla giapponese Mizkan insieme al marchio (anch’esso italiano) Bertolli, con un’operazione da 2,5 miliardi di dollari. I “ragù” in questione, naturalmente, non sono nemmeno lontani parenti del vero ragù, che è un sugo preparato con polpa di manzo macinata grossa, pancetta di maiale, carota gialla, costa di sedano, cipolla, passata di pomodoro o pelati, vino bianco secco, latte intero, poco brodo, olio d’oliva o burro, sale, pepe.
Questo il commento della Coldiretti: “è scandaloso che il nome comune di una ricetta tipica della tradizione italiana sia diventato un marchio registrato da una multinazionale che viene venduta e comperata dagli Stati uniti al Giappone senza alcun legame con la realtà produttiva del Made in Italy. Siamo di fronte a un episodio che conferma la disattenzione con cui nel passato è stato difeso il patrimonio agroalimentare nazionale“.
(Luigi Torriani)