Il Parlamento francese ha approvato il divieto delle coltivazioni di mais Ogm, divieto poi confermato dal Consiglio di Stato. Dopo l’Italia, dunque, anche la Francia vieta gli Ogm.
La Francia ha vietato la coltivazione del mais Ogm MON810 con decreto governativo del 14 aprile definitivamente approvato dal Parlamento con il voto del Senato dell’8 maggio (l72 voti a favore, 147 contro). Nello stesso 8 maggio il Consiglio di Stato ha confermato il divieto respingendo il ricorso dell’Unione francese dei sementieri e dell’Associazione generale dei produttori di mais, che chiedevano la sospensione urgente del decreto governativo del 14 aprile. Secondo i giudici francesi non ci sarebbe alcun elemento a favore di una sospensiva del decreto, e in particolare – hanno spiegato i giudici – il decreto che vieta gli Ogm “non comporta un problema grave ed immediato per la situazione economica”della Francia perché le colture Ogm rappresentano “Una parte molto ridotto delle colture”. Dopo l’Italia, che ha vietato le colture Ogm con decreto interministeriale del luglio 2013, poi confermato dal Tar nell’aprile del 2014, anche la Francia mette al bando le coltivazioni geneticamente modificate.
Più in generale: gli Ogm in Europa sono un fallimento totale. L’unico prodotto Ogm coltivato in Europa è il mais MON810, che ad oggi è presente solo in cinque Paesi Ue: Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania. Il mais MON810 piantato in Europa nel 2013 è pari a 148.000 ettari, di cui la quasi totalità (136.962 ettari) in Spagna. Nel 2013 sono state dunque piantati in Europa 148.000 ettari di colture Ogm, mentre – per fare alcuni esempi – gli Stati Uniti da soli erano a 69,5 milioni di ettari piantati nel 2013, il Brasile a 36,6 milioni di ettari, l’Argentina a 23,9 milioni, il Canada a 11,6 milioni, l’India a 10,8, la Cina a 4.
Resta però aperto un problema legislativo, come ha mostrato in Italia la vicenda dell’agricoltore pro Ogm Giorgio Fidenato, che ha fatto ricorso al Tar contro il divieto delle colture Ogm. Ci sono due sentenze Corte di Giustizia europea (del 6 settembre 2012 e del 18 maggio 2013) secondo cui “la messa in coltura di ogm quali le varietà del mais MON810 non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà sono autorizzati ai sensi dell’articolo 20 del regolamento n. 1829/2003 e le medesime varietà sono state iscritte nel catalogo comune previsto dalla direttiva 2002/53”. Il Tar ha però respinto il ricorso di Fidenato perché in base all’ordinamento europeo il diritto di coltivare organismi geneticamente modificati coesiste con il diritto dello Stato di condizionare la coltivazione a misure di coesistenza con l’agricoltura non Ogm (tradizionale o biologica) per evitare commistioni tra colture Ogm e colture non Ogm. Ovvero: ogni Stato Ue può vietare le coltivazioni Ogm ma solo se ha ragioni fondate per ritenere che gli Ogm in questione determinino dei rischi per l’ambiente, per l’ecosistema o per la salute umana. E nel caso dell’Italia è risultato evidente il problema ecologico legato alla contaminazione delle colture Ogm sulle colture non Ogm. Qualcosa di analogo è avvenuto in Francia, in attesa che in sede Ue si stabilisca con chiarezza che gli Stati membri possono in autonomia vietare gli Ogm sul proprio territorio, come chiedono Italia e Francia.
(Luigi Torriani)