Uno degli effetti della crisi ucraina è uno shock nei prezzi del grano. L’Ucraina – chiamata un tempo il “granaio dell’Urrs” – è infatti la seconda potenza mondiale nel settore dei cereali (dietro soltanto agli Stati Uniti), con oltre 30 milioni di tonnellate di export
L’agricoltura ucraina ha un ruolo fondamentale per l’intera Europa (e non solo), ed è il principale mercato di approvvigionamento del grano per i Paesi europei. Secondo i dati diffusi dalla Coldiretti nel 2013 in Ucraina il raccolto è stato di 63 milioni di tonnellate di cereali, il 36,3% in più rispetto al 201, con 22,27 milioni di tonnellate di grano (+41,3%rispetto al 2012), 11,04 milioni di tonnellate di semi di girasole, 7,56 tonnellate di orzo (+9%), 30,9 tonnellate di di granoturco (+47,4%), 102.000 tonnellate di miglio (-35,2%), 467.200 tonnellate di avena (-25,8%), 179.000 tonnellate di grano saraceno ((-25%), 145.100 tonnellate di riso (-9,2%), 637.700 tonnellate di segale (-5,8%). A seguito della Crisi ucraina del febbraio-marzo 2014 il prezzo mondiale del grano (dati diffusi dalla Coldiretti) è salito di quasi il 25%, superando il valore di 7 dollari per bushel nel future per le consegne di maggio, al Chicago Board of Trade (il più importante punto di riferimento mondiale per le materie prime agricole). L’aumento del prezzo del grano avrà ripercussioni importanti sul prezzo di diversi prodotti, in particolare pane, birra e mangimi per l’allevamento. Le tensioni in ucraina potrebbero poi avere l’effetto – secondo la Coldiretti – di far saltare il progetto di creare un grande Comitato cerealicolo del Mar Nero in rappresentanza di Russia, Ucraina e Kazakistan, con lo scopo di portare la quota di export cerealicolo di questi Paesi dall’attuale 20% al 30% sul totale mondiale.
Questo il commento della Coldiretti: “le fluttuazioni dei prezzi delle materie prime agricole sono sempre più condizionate dalle situazioni economiche e sociali internazionali sulle quali si innestano facilmente le speculazioni, che si spostano con facilità dai mercati finanziari a quelli dei metalli preziosi come l’oro fino alle materie prime come grano, mais e soia. Garantire la stabilità dei prezzi in un mercato a domanda rigida come quello alimentare è un obiettivo di interesse pubblico che va sostenuto con l’introduzione di interventi di mercato innovativi a livello comunitario, ma anche con investimenti a livello nazionale per sostenere le strutture impegnate a stabilizzare il mercato”.
(Luigi Torriani)