Nuovo capitolo nel caso Tripadvisor: un ristoratore – Fabrizio Giovanni Abbate del Don Fabrizio di Arraial D’Ajuda (Brasile) – esasperato dalle false recensioni, ha chiesto di togliere il suo ristorante dal sito. E ha lanciato una proposta: lasciare a tutti i gestori di ristoranti la possibilità di uscire da Tripadvisor.
Tripadvisor è diventato di fatto il principale punto di riferimento in tutto il mondo per decidere dove alloggiare e dove cenare durante i viaggi e le vacanze. I numeri parlano chiaro: 150 milioni di recensioni e oltre 2 miliardi di visitatori unici all’anno. Da qui l’estrema gravità del fenomeno ormai capillare delle false recensioni su Tripadvisor, di cui abbiamo parlato più volte su Universofood (per approfondire leggete: qui, qui e qui), dai falsi spontanei (utenti poco attendibili o recensioni negative fatte scrivere da ristoratori concorrenti) ai falsi pianificati (mercato delle recensioni, vendita di pacchetti di recensioni positive; addirittura c’è un sito internet che esplicitamente vende agli alberghi e ai ristoranti le recensioni su Tripadvisor…).
Di recente c’è stato anche un celebre caso di ristorante inesistente: per denunciare nel modo più eclatante l’inattendibilità di Tripadvisor un inglese si è inventato un ristorante (con tanto di indirizzo e decine di recensioni entusiaste) che è rimasto per oltre due mesi sul sito scalando le classifiche dei migliori ristoranti della zona, ed è stato tolto solo dopo le segnalazioni di alcuni che si erano recati nella strada dove avrebbe dovuto esserci il ristorante (in New Quary Lane a Brixham, in Inghilterra) e non hanno trovato nulla. E nel 2012 un albergatore di Cattolica, Massimo Cavalieri, ha creato Pirtadvisor (qui la pagina facebook), un sito di class action che denuncia e spiega i meccanismi di funzionamento (inaccettabili) di Tripadvisor.
Ora è la volta di Fabrizio Giovanni Abbate, il titolare del ristorante Don Fabrizio di Arraial D’Ajuda, in Brasile, che in una lettera inviata alla rivista Italia a Tavola ha lanciato una proposta: consentire ai ristoranti di scegliere se stare o meno su Tripadvisor, ovvero impedire a Tripadvsor di menzionare un ristorante senza l’autorizzazione del titolare del ristorante stesso.
Questo il contenuto della lettera inviata da Fabrizio Giovanni Abbate a Italia a Tavola:
“Caro Alberto [Alberto Lupini, il direttore di Italia a Tavola],
Faccio questo lavoro da quando sono nato, lo posso proprio dire , perché sia da parte di madre che di padre, ho sempre vissuto in un ristorante insieme a loro, che lo hanno a sua volta ereditato dai miei nonni. Ma andiamo al dunque, ritengo vergognoso quello che ho scoperto oggi su una pagina di TripAdvisor, ossia una mia foto mentre facevo un gestaccio al fotografo. Ancora più grave la recensione del signore che l’ha pubblicata dicendo che quel gesto lo avrei rivolto a lui, perché non volevo accettare un pagamento tramite la sua American Express! Ma a che punto può arrivare la falsità umana? Credo che non ci siano altre cose da aggiungere in merito al valore che la veridicità può avere per noi professionisti, seri e rispettati, di questa macchina infernale, ideata dai nostri lontani amici americani e usata da gente, a volte incompetente o a volte invidiosa, per discreditare la reputazione di ‘case’ che come la mia stanno sul mercato da 18 anni! Caro Alberto, mi rivolgo a lei perché non capisco onestamente come possa succedere una cosa del genere, e peggio ancora basare un dibattito su questo scandaloso sito, che così come è non funziona! Avanzo qui una proposta: i gestori delle società, che vengono recensite o chiamate in causa sul portale web, devono essere libere di poter anche chiedere agli amministratori di TripAdvisor di uscire dal sito in qualsiasi momento, e di non essere in nessun modo menzionati senza autorizzazione. Io ho capito che la recensione negativa nei miei confronti sia promossa dalla concorrenza o da qualche cretino intenzionato a mettere in cattiva luce il mio lavoro, ed ho anche capito che se ben fatta questa azione può dare i suoi frutti e danneggiarmi, allora credo che come me tanti altri si trovano in queste condizioni, perciò mi chiedo, e vi chiedo: il solo fatto di avere la ricevuta fiscale dello stabilimento comproverebbe la veridicità della contenuto della recensione? Vi racconto un’altra storia che mi è accaduta. Entra nel mio ristorante un gruppo con 4 bambini, siedono al tavolo e quando leggono sul menu che la direzione del ristorante invita i genitori a mantenere i bimbi seduti per evitare incidenti (come già avvenuto), i genitori chiamano il cameriere per chiedergli se a noi non piacciono i bambini! Il cameriere prontamente risponde che assolutamente si, a noi piacciono i bambini, e lo dimostra il fatto che portiamo ai tavoli con bambini vari giochi, per non farli annoiare. Detto questo il cameriere porta al tavolo alcuni giocattoli e i bimbi passano la cena tranquilli. Dopo qualche giorno, cosa appare su TripAdvisor? Cito testualmente la recensione in questione: “’Il ristorante è così e così, e se avete bambini non andate là perché i proprietari non sono molto simpatici con i bambini, anzi li odiano!’ “
(Luigi Torriani)
Pingback: False recensioni su Tripadvisor. Nuovo scandalo in Puglia
Pingback: Agenzie per migliorare il posizionamento su Tripadvisor. Web marketing o truffa? - Universofood