Il calo del potere d’acquisto delle famiglie italiane e quindi il boom dei discount e dei prodotti low cost pongono ormai seri problemi di sicurezza alimentare, con un aumento del 14% – nell’ultimo anno – delle notifiche su cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute.
Nell’ultimo anno in Italia sono scese ulteriormente le vendite di alimentari nei piccoli negozi (anche se non c’è stato il crollo che alcuni temevano) e sono scese anche le vendite nei supermercati, mentre i discount secondo i dati Istat hanno segnato un +1,6%, mentre superano i 4 milioni i poveri (gli italiani che sono costretti a chiedere aiuto per mangiare). Tutto questo implica certamente una minor qualità nell’alimentazione, in un Paese come l’Italia che ha il record mondiale nel numero di prodotti alimentari certificati (Dop, Igp, Stg). Ma ormai ci sono anche problemi di sicurezza alimentare. Dato che il vero Made in Italy costa molto di più dei prodotti contraffatti e/o importati dall’Asia o dall’Europa dell’est, dietro il low cost si nasconde spesso il falso Made in Italy (e non di rado anche le agromafie), dall’olio di oliva (gran parte dell’olio prodotto da aziende italiane è in realtà una miscela di oli di importazione di scarso valore), ai prosciutti (in quattro casi su cinque sono prodotti in Italia ma a partire da carni importate) ai formaggi (particolarmente grave è il caso dei falsi formaggi grana), ai pomodori (importazioni dalla Cina quadruplicate negli ultimi dieci anni, il che tra l’altro pone anche seri problemi in materia di rispetto dei diritti umani). E dietro il falso Made in Italy si nascondono non solo questioni gastronomiche e di qualità dell’alimentazione, ma anche problemi di sicurezza alimentare.
A giugno 2013 avevamo già parlato, qui su Universofood, del dossier della Coldiretti su ‘I rischi dei cibi low cost’. Ora, a marzo 2014, è la stessa Coldiretti a tornare sull’argomento, segnalando che nell’ultimo anno (dati relativi all’intero 2013) in Italia sono aumentati del 14% gli allarmi alimentari,con 534 notifiche sulla sicurezza di cibi e bevande potenzialmente dannosi per la salute (in base al sistema europeo di allerta rapido per alimenti e mangimi – RASFF). E c’è un ulteriore dato fondamentale: su 534 notifiche le irregolarità riguardanti prodotti italiani sono solo 97, mentre tutti gli altri casi riguardano prodotti di importazione (e ricordiamo anche che i prodotti italiani, a livello europeo, sono i meno contaminati da pesticidi e residui chimici da fitofarmaci).
(Luigi Torriani)