È Maurizio Martina (Pd) il ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali del Governo Renzi, il settimo ministro dell’Agricoltura negli ultimi cinque anni.
Al ministero dell’Agricoltura sembra essere impossibile qualsiasi forma di stabilità, con una discontinuità peggiore di quella legata al continuo avvicendamento dei governi negli ultimi anni. Dal 2010 al 2014 abbiamo avuto tre ministri dell’Agricoltura nel Governo Berlusconi (Luca Zaia, Giancarlo Galan, Francesco Saverio Romano), un ministro del Governo Monti (Mario Catania), due ministri del Governo Letta (Nunzia De Girolamo, e poi – dopo le dimissioni della De Girolamo – lo stesso Letta ad interim), e ora Maurizio Martina per il nuovo Governo Renzi.
Maurizio Martina (Pd), classe 1978, sposato con due figli, è originario di Calcinate, in provincia di Bergamo. Ha un diploma all’Istituto tecnico Agrario di Bergamo e una laurea in Scienze Politiche. Inizia la sua carriera politica nel 1999, come consigliere comunale per una lista civica nel comune di Mornico al Serio (Bergamo). Nel 2002 diventa segretario regionale della Sinistra Giovanile (l’organizzazione giovanile dei Ds), nel 2006 è segretario provinciale dei Ds, nel 2007 è tra i fondatori del Pd e diventa primo segretario regionale del Pd in Lombardia (riconfermato nel 2009). Nel 2009 l’allora segretario del Pd Dario Franceschini lo sceglie come Responsabile nazionale Agricoltura nella nuova Segreteria del Partito Democratico. Nel 2010 viene eletto consigliere in Regione Lombardia (riconfermato nel 2013), e lavora nella Commissione Affari Istituzionali e nella Commissione Attività Produttive. Nel 2013 Letta lo sceglie come sottosegretario del Ministero dell’Agricoltura (guidato da Nunzia De Girolamo), con delega a presiedere la Commissione di coordinamento per Expo 2015.
Se dunque c’erano delle perplessità sulle competenze di Nunzia De Girolamo in campo agricolo e agroalimentare, Maurizio Martina – al di là dell’appartenenza partitica – ha anche un profilo tecnico, essendosi sempre occupato di agricoltura. Oltre alla nuova Pac e alla questione degli Ogm, la grande sfida di Maurizio Martina sarà proprio Expo 2015. Il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo ha rivolto i “migliori auguri di buon lavoro all’intero esecutivo guidato da Matteo Renzi, e in particolare al neoministro delle Politiche Agricole Martina di cui abbiamo avuto già modo di apprezzare passione, capacità ed impegno nel suo ruolo di sottosegretario”. Secondo la Coldiretti “una buona premessa è stata la scelta di individuare anche l’agricoltura e il cibo tra i sette settori prioritari di intervento del Job Act elaborato dal premier Matteo Renzi. Un importante riconoscimento del fatto che l’agricoltura e l’alimentazione italiana possiedono quegli elementi di distintività e di valore aggiunto per far tornare a crescere l’Italia nella competizione globale. Su questo obiettivo siamo disponibili ad offrire tutto il nostro contributo di idee ed esperienze in un momento di cambiamento epocale”. Il presidente di Copagri Franco Verrascina ha dichiarato: “al nuovo Governo chiediamo chiari e forti segnali di cambiamento, a partire da un nuovo approccio alle politiche economiche, che contempli scelte orientate alla crescita e non più al solo rigore e all’esclusiva attenzione per i mercati finanziari. La chiave di volta è la sostanziale riduzione della pressione fiscale per imprese e lavoratori. Un nuovo approccio che riconosca il ruolo fondamentale dell’agricoltura e dell’intero sistema agroalimentare, conferendogli effettiva centralità nelle scelte di strategia di questo Esecutivo, in questa fase anche in considerazione dell’attuazione della Pac e della realizzazione di Expo 2015”. Questo invece il comunicato stampa di Agrinsieme (il coordinamento tra Cia – Confederazione Italiana Agricoltura, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane agroalimentari): “il nostro auspicio è, in primo luogo, che con il governo appena formato si creino quelle condizioni di stabilità politica e quel rinnovato clima di fiducia quali premesse indispensabili perché il Paese possa conoscere un’autentica stagione di riforme. Il premier Renzi ci sembra determinato ad avviare rapidamente le indispensabili misure per la ripresa, con un piano di riforme da attuare concretamente e immediatamente. Come mondo della rappresentanza agricola siamo disponibili ad un confronto immediato, nell’interesse di un settore che riveste un ruolo strategico nell’ottica dello sviluppo e della crescita del Paese».
(Luigi Torriani)