È stato finalmente approvato a Bruxelles il nuovo regolamento europeo sulle etichette degli oli di oliva. Un regolamento che garantirà una maggiore trasparenza sulla provenienza e sulle caratteristiche dell’olio.
Abbiamo parlato più volte qui su Universofood della questione degli scandali e delle truffe nella filiera dell’olio di oliva, una questione che consigliamo di approfondire leggendo il libro di Tom Mueller “Extraverginità. Il sublime e scandaloso mondo dell’olio di oliva“. Un problema che si potrebbe riassumere in un dato: l’Italia è il secondo Paese esportatore di olio dopo la Spagna ma è anche il primo Paese importatore di olio al mondo. Non è difficile capire che molti oli “italiani” sono in realtà delle miscele di oli di importazione (eventualmente mescolate con minime percentuali di olio italiano), che provengono per quasi il 50% dalla Spagna e per il resto prevalentemente da Spagna e Tunisia.
Il problema, in tutto questo, è la mancanza di chiarezza e trasparenza. Normalmente, infatti, il consumatore si trova di fronte a una bottiglia di olio con marchio italiano e immagini che richiamano all’italianità del prodotto, e non nota la scritta “miscela di oli comunitari” (o “comunitari e extracomunitari”), che è obbligatoria ma che abitualmente viene posta in etichetta in posizione poco visibile e a caratteri minuscoli.
Una prima svolta c’era stata alla fine del 2012, quando era stata approvata la cosiddetta Legge Mongiello (o “legge salva olio Made in Italy”), che tra le altre cose prevedeva un miglioramento nella leggibilità delle etichette degli oli (aumento delle dimensioni dei caratteri) e rendeva reato di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine (articolo 517-quater del codice penale) anche il solo mettere in etichetta indicazioni “che evocano una specifica zona geografica di origine degli oli di oliva non corrispondente alla effettiva origine territoriale delle olive”.
All’inizio del 2013 la Ue ha sospeso l’applicazione della legge Mongiello (qui un approfondimento sullo scontro tra Italia e Ue), ma la situazione si è poi sbloccata e la legge è entrata ufficialmente in vigore a partire dal giorno 22 novembre 2013. E ora la Commissione Ue ha approvato a Bruxelles (con 283 voti a favore e 69 astensioni) un nuovo regolamento per le etichette degli oli (modifiche al regolamento europeo n. 29/2012 relativo alle norme di commercializzazione e all’etichettatura dell’olio di oliva) che si applicherà a partire dal 13 dicembre 2014 e che prevede che: le informazioni in etichetta dovranno essere riportate obbligatoriamente nello stesso campo visivo principale e in un corpo di testo omogeneo, utilizzando caratteri di dimensioni già fissati dal regolamento (CE) n. 1169/2011 relativo alla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori; per quanto riguarda le bottiglie destinate alla ristorazione gli Stati membri possono stabilire norme a livello nazionale che dispongano l’uso obbligatorio di sistemi di chiusura che ne impediscano il riempimento dopo l’esaurimento del contenuto (dunque una volta aperte le confezioni non saranno più riutilizzabili).
Questo il commento del ministro Nunzia De Girolamo: “la Commissione europea ha finalmente dato il via libera definitivo alla regolamentazione sulla trasparenza delle informazioni in etichetta per gli oli di oliva, con il quale sarà possibile verificare con maggiore facilità nella parte frontale della bottiglia le caratteristiche dell’olio e la sua origine. Insomma i consumatori potranno capire se l’olio è italiano. Si tratta di un risultato importante che ha visto l’Italia tra i più attivi promotori di questa norma. È necessario infatti che la trasparenza dell’etichetta diventi un principio fondamentale per tutti gli alimenti, in modo da tutelare il consumatore e garantire la lealtà della concorrenza. La decisione costituisce un fondamentale passo in avanti, anche se è ancora molto lungo il percorso da compiere per migliorare la tracciabilità a carico di un settore di fondamentale importanza per l’economia e la cultura alimentare italiana. Per questo, ho già manifestato alla Commissione europea la necessità di proseguire in questa direzione e di procedere, anche in ambito Coi (Comitato olivicolo internazionale), per apportare alla normativa le modifiche che il mondo produttivo attende”.
Secondo Copagri “anche la proposta a favore delle bottiglie mono uso servite nei ristoranti al fine tra l’altro di impedire il riutilizzo con prodotto diverso da quello indicato nell’etichetta dovrebbe divenire norma. La questione dell’etichettatura obbligatoria dell’origine è comunque ancora tabù in Europa. Un tabù che deve cadere al più presto, con l’obiettivo di estendere quanto previsto per l’olio d’oliva a tutte le produzioni agroalimentari europee per dare concretezza alla concorrenza leale, perché la qualità è un valore e poiché la mancanza di trasparenza alimenta falsi e imitazioni che rappresentano un danno immane per l’economia agroalimentare e dell’intero nostro Paese”.
(Luigi Torriani)
esiste un disciplinare per l’olio di oliva (non vergine o extravergine? è una miscela di olio di oliva (almeno 12%) e altri oli? quali sono gli altri oli?