C’è un caso Ogm in Friuli. Dopo la semina di mais ogm a giugno da parte dell’agricoltore Giorgio Fidenato, oggi – a distanza di cinque mesi – sono arrivati i risultati dei controlli del Corpo Forestale dello Stato: il 10% dei campi limitrofi sono stati geneticamente contaminati.
Tutti i più recenti dati sulla produzione mondiale ed europea di ogm segnalano inequivocabilmente – comunque la si pensi sull’argomento – che gli ogm n Europa sono un fallimento: ad oggi sono solo cinque i Paesi europei coltivatori di ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania) e il Paese leader europeo (il Paese leader!) nella coltivazione di ogm è la Spagna con 0,1 milioni di ettari piantati nel 2013 (gli Stati Uniti sono a 69,5 milioni di ettari, il Brasile a 36,6 milioni di ettari, l’Argentina a 23,9 milioni, il Canada a 11,6 milioni, l’India a 10,8, la Cina a 4). La multinazionale Basf ha annunciato a inizio 2012 l’intenzione di abbandonare ogni piano di sviluppo delle colture ogm in Europa, e la Monsanto a giugno 2013 ha comunicato l’intenzione di non promuovere più gli ogm in Europa.
Nel frattempo in Italia tiene banco la singolare vicenda di Giorgio Fidenato, leader di Agricoltori Federati. Già nel 2011 Fidenato aveva seminato del mais ogm, ma il grande “salto” l’ha fatto il 15 giugno del 2013, quando ha seminato 6.000 metri quadrati di mais ogm a Mereto di Tomba e a Vivaro (in Friuli), con il supporto del Movimento Libertario. Immediatamente il ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Nunzia De Girolamo ha annunciato l’intenzione di vietare ufficialmente le colture ogm in Italia. Il divieto è arrivato il 12 luglio 2013 con decreto del Governo Letta (decreto interministeriale firmato dalla De Girolamo, dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin e dal ministro dell’Ambiente Andrea Orlando). Giorgio Fidenato ha avuto apparentemente a suo favore una sentenza della Corte di Giustizia europea del 2012 e un’altra del maggio 2013 (“la messa in coltura di ogm quali le varietà del mais MON 810 non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà sono autorizzati ai sensi dell’articolo 20 del regolamento n. 1829/2003 e le medesime varietà sono state iscritte nel catalogo comune previsto dalla direttiva 2002/53”). Ma – come è stato chiarito fin da subito dal ministro De Girolamo – il diritto di coltivare organismi geneticamente modificati coesiste con il diritto dello Stato di condizionare la coltivazione ad adeguate misure di coesistenza con l’agricoltura tradizionale o biologica, al fine di evitare ogni possibile commistione di tali produzioni e conseguenti danni economici, ovvero – più in generale: ogni Stato può vietare le coltivazioni ogm sul proprio territorio se ritiene fondatamente che gli ogm in questione determinino dei rischi per l’ambiente, per l’ecosistema o per la salute umana. Non a caso, prima dell’Italia, già otto Paesi europei hanno già vietato da tempo le coltivazioni di mais ogm MON810 (Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Austria).
Nel frattempo sono arrivate le seguenti dichiarazioni del capo del Corpo Forestale dello Stato Cesare Patrone: “i risultati dell’attività di campionamento eseguita dal Corpo forestale su terreni limitrofi ai campi seminati con mais Mon810, in Friuli Venezia Giulia, allo scopo di verificare eventuali contaminazioni ambientali a carico dei terreni coltivati con mais tradizionale, hanno dimostrato in effetti un ‘inquinamento genetico’ del mais transgenico che arriva anche fino al 10%. I risultati hanno portato alla verifica di un processo di inquinamento ambientale. Dopo la scoperta di ‘inquinamento genetico’ nei campi vicini a quelli coltivati con mais Ogm in Friuli, il corpo forestale sta attualmente verificando l’eventuale livello di contaminazione a carico degli alveari situati nelle zone limitrofe. Inoltre si stanno estendendo i controlli anche in altre Regioni per verificare la presenza non dichiarata di mais Ogm e controllare il relativo grado di contaminazione ambientale”. Il Corpo forestale ha poi inoltrato alla Procura della Repubblica di Udine una comunicazione di notifica di reato per violazione di una serie di articoli del Codice penale tra cui: inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, danneggiamento, diffusione di malattie delle piante o degli animali.
Questo il commento della Coldiretti (qui la risposta del Movimento Libertario): “stiamo andando incontro a un vero disastro ambientale per la mancata assunzione di responsabilità nei confronti di una provocazione che secondo il Corpo Forestale dello Stato ha causato la contaminazione del 10% dei campi limitrofi a quelli coltivati Ogm in Friuli. La situazione è gravissima, con reale pregiudizio del valore e dell’identità del patrimonio agroalimentare non solo regionale. In ragione di ciò è necessario che l’amministrazione regionale del Friuli condivida al piu’ presto un percorso comune e coordinato con i Ministeri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura che hanno adottato il decreto anti contaminazione da Ogm, con gli enti di ricerca che ne hanno motivato la valutazione di rischio e con il Corpo forestale dello Stato che ha accertato l’avvenuta contaminazione in campo”.
(Luigi Torriani)