Mentre i consumi interni stanno crollando, le tasse continuano a crescere, e i poveri sono oltre 4 milioni, il settore alimentare italiano resta in piedi grazie all’export, che aumenta – incredibilmente – anche nel 2013. Con numeri da record per il vino.
L’export agroalimentare italiano tocca ogni anno un nuovo primato. Nel 2011 ha raggiunto i 30 miliardi, con un +9% sul 2010, nel 2012 ha superato i 31 miliardi con un +2% sul 2011, e nel 2013 dovrebbe arrivare a 34 miliardi, con un +6% sul 2012. Tutto questo nonostante il fenomeno dell’Italian Sounding, che ci toglie circa 60 miliardi all’anno.
Uno dei prodotti leader nelle esportazioni è certamente il vino, che cresce a ritmi più sostenuti rispetto al dato generale sull’export. Nel 2011 le esportazioni di vini italiani sono cresciute del 13% in valore rispetto al 2010, toccando i 4,4 miliardi di euro, nel 2012 – mentre continuavano a scendere i consumi interni – c’è stato un ulteriore +8%, e l’Italia è diventata il primo Paese produttore e primo Paese esportatore di vino al mondo, in un quadro globale negativo per la vendemmia ma positivo dal punto di vista dei consumi.
Ora i dati per il 2013 segnalano un’ulteriore crescita. La vendemmia 2013 è stata ottima per qualità e quantità, e le ultime proiezioni della Coldiretti su dati Istat parlano di un export dei vini che dovrebbe raggiungere per la prima volta la cifra di 5 miliardi di euro, con un +7% rispetto al 2012, e addirittura +18% per gli spumanti. Il mercato di sbocco più importante per i vini italiani è quello statunitense, con un aumento dell’export in valore del 10% sul 2012. I vini italiani preferiti negli Stati Uniti sono il Chianti, il Brunello di Montalcino, il Pinot Grigio, il Barolo e il Prosecco. Il secondo mercato di sbocco più importante per i nostri vini è la Germania, dove le esportazioni di vini italiani crescono del 9%, dove i vini preferiti sono il Prosecco, l’Amarone della Valpolicella e il Collio. Ma sono fondamentali anche alcuni Paesi che hanno iniziato da pochi anni a importare i nostri vini, e in particolare la Russia (+10% per i vini italiani; vini preferiti Chianti, Barolo, Asti e Moscato d’Asti), l’Australia (primo Paese esportatore di vino al mondo tra quelli extraeuropei, quarto dopo Italia, Francia e Spagna; vini italiani a +23%), e la Cina (+6% per i vini italiani; nel complesso dei mercati asiatici +3%).
(Luigi Torriani)