Negli ultimi cinque anni, tra il 2008 e il 2013, le iscrizioni all’università in Italia sono crollate, con 40.000 nuovi studenti in meno (-12,5%). Ma la facoltà di Agraria, in controtendenza, registra addirittura negli stessi anni un +45% nelle iscrizioni, il tasso di crescita più alto tra tutte le facoltà universitarie italiane. Un dato che conferma un fenomeno – meglio: una rivoluzione culturale in atto – sempre più evidente: il ritorno dei giovani all’agricoltura.
Il +45% delle iscrizioni ad Agraria negli ultimi cinque anni (dati Datagiovani), all’interno di un contesto in cui i nuovi studenti universitari in Italia sono diminuiti del 12,5% (40.000 nuovi studenti in meno), si accompagna a un boom delle iscrizioni negli istituti professionali agricoli (lo scorso anno +29%) e negli istituti tecnici di agraria, agroalimentare e agroindustria (+13% lo scorso anno), mentre secondo un sondaggio di Coldiretti/Swg il 38% dei giovani italiani preferirebbe oggi gestire un agriturismo anziché lavorare in una multinazionale (28%) o fare l’impiegato di banca (26%).
Perché ? Probabilmente per due motivi (al di là del piacere di lavorare a contatto con la natura): la (relativa) tenuta dell’agroalimentare di fronte alla Crisi); il livello crescente di professionalizzazione, innovazione e creatività del settore agricolo.
Sul primo punto abbiamo già scritto più volte qui su Universofood (per una sintesi si veda il Rapporto Inea 2013 sullo stato dell’agricoltura italiana). In sostanza: l’agroalimentare sul mercato interno è in calo ma meno rispetto a industria e servizi, e sul fronte dell’export è in continua crescita. Per farsi un’idea a riguardo del secondo punto (il livello crescente di professionalizzazione, innovazione e creatività del settore agricolo) è sufficiente guardare alle realtà imprenditoriali più innovative premiate nell’ambito di Oscar Green (lo Spumante Abissi, il primo amaro alle olive, la prima coltivazione di bambù interamente Made in Italy, l’abbinamento tra agriturismo e osservazione delle stelle, e molti altri: qui tutti i premiati 2012, qui tutti i premiati 2011), e dare un’occhiata ai cosiddetti “nuovi mestieri del gusto“, dal food blogger all’alchimista di campagna, l’assaggiatore di miele, l’assaggiatore di grappe, il personal trainer dell’orto, l’agrigelataio, il birraio a km zero, l’affinatore di formaggi.
(Luigi Torriani)