Il 28 agosto il Consiglio dei ministri del governo Letta con decreto legge ha cancellato l’Imu 2013 non solo sulla prima casa ma anche sui terreni e fabbricati agricoli. Una misura che dovrebbe portare a un risparmio annuo di quasi 700 milioni di euro per gli agricoltori italiani, ma si teme per il 2014 una stangata peggiore con la Service Tax.
Qui su Universofood abbiamo parlato più volte dell’impatto sul settore agricolo dell’Imu, l’Imposta municipale unica lanciata da Tremonti e in vigore dal primo gennaio 2012 grazie al decreto salva-Italia del governo Monti. Inizialmente la Coldiretti aveva parlato di una stangata da un miliardo di euro per l’agricoltura, con tanto di guerra di cifre con il Ministero delle Finanze e ultime stime che si attestavano sui 534 milioni di euro. Secondo i dati del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali il gettito 2012 dell’Imu agricola, pagata da circa 600.000 agricoltori, è stato di 692 milioni di euro, di cui 628 milioni per i terreni e 64 milioni per i fabbricati. Dovrebbe essere quindi all’incirca questo il risparmio per le aziende agricole italiane legato all’abolizione dell’Imu 2013: quasi 700 milioni di euro. In un anno – il 2013 – che ha visto anche il rinvio dell’aumento dell’Iva.
Ma attenzione: come il mancato aumento dell’Iva è stato coperto da altre tasse, così l’abolizione dell’Imu (prima sospesa nella prima rata, poi abolita con impegno a trovare entro ottobre le risorse per coprire anche la seconda rata), porterà, dal primo gennaio del 2014, all’introduzione della cosiddetta Service Tax, una tassa che di fatto ingloberà l’Imu e la Tares (la tassa sui rifiuti). Il rischio (quasi la certezza, finché non si faranno drastici tagli alla spesa pubblica) è che accada quanto è già avvenuto con l’abolizione dell’Ici e la successiva introduzione dell’Imu: non un risparmio ma un ulteriore aumento della tassazione (con il passaggio da Ici a Imu lo Stato ha incassato circa il doppio).
Per il momento, comunque, gli agricoltori si godono l’abolizione dell’Imu. Con grande soddisfazione della Coldiretti, che nel consueto comunicato stampa ne approfitta per sollecitare la vendita dei terreni agricoli dello Stato: ” ‘l’abolizione dell’Imu spinge l’occupazione dei giovani in agricoltura, dove uno dei principali ostacoli all’ingresso è proprio determinato dalla disponibilità di terreni e fabbricati rurali colpiti ingiustamente dalla tassa’. È quanto ha affermato il delegato dei giovani della Coldiretti Vittorio Sangiorgio nel commentare l’abolizione dell’Imu sui terreni e i fabbricati rurali. ‘È stata finalmente eliminata una delle ragioni che’ – ha sottolineato Sangiorgio – ‘ha frenato gli investimenti nel settore di tantissimi giovani che desiderano oggi fare impresa in agricoltura, ma anche la crescita delle oltre 59mila imprese condotte da giovani under 35 già presenti in Italia’. ‘Questo importante intervento sul piano fiscale’ – ha concluso Sangiorgio – ‘contribuisce ad aumentare l’efficacia del piano di dismissioni dei terreni pubblici a favore dei giovani agricoltori il cui iter ci auguriamo possa essere completato a breve’. ‘Il Governo, nonostante le oggettive difficoltà che vive il Paese, ha mantenuto l’ impegno assunto con determinazione dal Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo davanti ai nostri soci nel patto per l’agricoltura, dimostrando di credere nell’agricoltura quale perno per una nuova stagione di crescita sostenibile del Paese’, ha affermato con soddisfazione il presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini, nel sottolineare che si tratta di ‘una scelta responsabile che riconosce il ruolo ambientale, sociale e culturale della nostra agricoltura, che contribuisce a produrre quei beni comuni che il mercato non remunera’ ”.
(Luigi Torriani)