Com’era prevedibile, gli ultimi dati (Istat e Ismea) sulla spesa alimentare in Italia (primo quadrimestre 2013) sono negativi. Colpisce in particolare un dato: il crollo nelle vendite di prodotti ortofrutticoli confezionati e già pronti per il consumo (i cosiddetti “prodotti della quarta gamma” o “insalate di IV gamma”), un settore che era cresciuto enormemente negli ultimi dieci anni. Si compra verdura pronta quando si antepongono al fattore prezzo la comodità e il risparmio di tempo. Ora la situazione di Crisi è tale che sempre più italiani guardano solo al prezzo.
Il rinvio dell’aumento dell’Iva (peraltro accompagnato da un aumento degli acconti Irpef, Ires e Irap…) dovrebbe servire – nelle intenzioni del governo Letta – a “non deprimere ulteriormente i consumi”. Quanto i consumi siano già depressi lo dicono i dati Istat, che per i primi quattro mesi del 2013 parlano di un ulteriore calo delle vendite al dettaglio nel Food & Beverage del 2,1% su base tendenziale. Mentre secondo i dati Ismea, nei primi quattro mesi del 2013, la contrazione della spesa alimentare in Italia è – in generale – dell’1,2% in quantità e del 3,4% in valore. Nello specifico (dati Ismea): la frutta -4% in quantità e -5% in valore, la carne bovina -5% nei volumi e -4% in valore, il latte -4% in quantità e -7% in valore, l’olio extravergine -9% in quantità e -12% in valore; il pesce fresco -5% in quantità e addirittura -16,5% in valore (qualcuno ha scritto che “scompare nel 2013 il pesce fresco dalle tavole degli italiani“); tengono in quantità le vendite di pastasciutta – il “piatto della Crisi” per eccellenza – ma in valore scendono del 9,5%, segno che la pasta acquistata è prevalentemente pasta da discount a bassissimo prezzo; crescono – in sostituzione dei più costosi manzo e vitello – le carni avicole (+3% in quantità, +5% in valore) e le carni suine (+3% in quantità, +13% in valore); i formaggi salgono del 2% in volume ma scendono dello 0,6% in valore, il latte Uht sale del 5% in volume ma scende del 3% in valore, mentre le uova crescono sia in volume (+2%) sia in valore (+7%).
Ma forse il dato più emblematico è il crollo delle vendite dei prodotti della quarta gamma, cioè i prodotti ortofrutticoli confezionati e già pronti per essere consumati (la verdura già pulita, tagliata e confezionata pronta all’uso:insalate, pomodorini, carote, frutta già sbucciata e tagliata). Un settore che aveva triplicato le vendite negli ultimi dieci anni, arrivando a 700 milioni di euro nel 2012, perché i prodotti in questioni sono comodi, fanno risparmiare tempo e si prestano a un consumo “volante” durante la giornata lavorativa. Ma l’entità della Crisi è ormai tale che anche qui si guarda prima di tutto al risparmio, e per la prima volta scendono in Italia le vendite di verdura pronta, che segnano un pesante -11% in quantità e -13,4% in valore nel primo quadrimestre dell’anno.
(Luigi Torriani)