Nunzia De Girolamo vuole vietare ufficialmente le colture ogm in Italia. Non è però chiaro se e in che misura questo divieto è compatibile con le normative europee.
Piaccia o non piaccia, è ormai evidente che gli ogm in Europa sono un fallimento. E le multinazionali scappano: nel 2012 la Basf ha abbandonato qualsiasi piano di sviluppo degli ogm in Europa, e ora sta ‘scappando’ la Monsanto. Recentemente, qui su Universofood, ci siamo soffermati sui dati più recenti sulla produzione mondiale ed europea di ogm, raccontando una situazione che si può sintetizzare in questi termini: oggi sono 28 i Paesi coltivatori di ogm al mondo, per un totale di 170,3 milioni di ettari, più di cento volte gli ettari del 1996 (1,7 milioni di ettari), e nel 2012 c’è stata un’ulteriore crescita, con un +6% rispetto al 2011 (10,3 milioni di ettari in più) e con l’avvento di due nuovi Paesi coltivatori, il Sudan con il cotone e Cuba con il mais; tuttavia in Europa i Paesi coltivatori di ogm sono solo cinque (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania), e il Paese leader europeo nella coltivazione di ogm è la Spagna con 0,1 milioni di ettari piantati nel 2013 (gli Stati Uniti, Paese leader mondiale per gli ogm, sono a 69,5 milioni di ettari, il Brasile a 36,6 milioni di ettari, l’Argentina a 23,9 milioni, il Canada a 11,6 milioni, l’India a 10,8, la Cina a 4, il Paraguay a 3,4, il Sud Africa a 2,9, il Pakistan a 2,8).
Il ministro Nunzia De Girolamo (mentre l’ex ministro dell’Ambiente Clini l’anno scorso aveva aperto agli ogm) intende però andare oltre, e ha annunciato – intervistata dal Corriere della Sera – l’intenzione di formalizzare a livello legale il divieto degli ogm in Italia. Una decisione legata alla recente vicenda di Giorgio Fidenato, leader di Agricoltori Federati, che già nel 2011 aveva seminato mais ogm e che sabato 15 giugno 2013 – con il supporto del Movimento Libertario – ha seminato 6.000 metri quadrati di mais ogm in Friuli, a Vivaro (Pn). Il punto è che l’ha fatto forte di una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 18 maggio 2013 (che segue una sentenza analoga del settembre 2012) che sembra dargli ragione e che afferma che “la messa in coltura di ogm quali le varietà del mais MON 810 non può essere assoggettata a una procedura nazionale di autorizzazione quando l’impiego e la commercializzazione di tali varietà sono autorizzati ai sensi dell’articolo 20 del regolamento n. 1829/2003 e le medesime varietà sono state iscritte nel catalogo comune previsto dalla direttiva 2002/53”.
Il problema è il seguente: il divieto di colture ogm in Italia è o non è compatibile con il quadro normativo europeo? Il ministro De Girolamo ha anzitutto chiarito che “alla luce e nel rispetto della sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione europea 6 settembre 2012 e di quella del 18 maggio 2013, il diritto di coltivare organismi geneticamente modificati deve convivere con il diritto dello Stato di condizionare la coltivazione ad adeguate misure di coesistenza con l’agricoltura tradizionale o biologica, al fine di evitare ogni possibile commistione di tali produzioni e conseguenti danni economiciL’attuale normativa prevede che le aree agricole interessate dalla semina di mais ogm siano tabellate e che ne venga data apposita comunicazione alle Regioni e Provincie autonome. Nel caso di Giorgio Fidenato potrebbe esserci il rischio di commistione degli ogm con altre colture non ogm della zona o potrebbe esserci un illecito amministrativo per la mancanza o non perfetta idoneità delle apposite tabelle. Ma se il governo italiano – come intende fare la De Girolamo e come hanno fatto di recente in Francia – vietasse totalmente la coltivazione di ogm in Italia, l’Europa potrebbe impugnare il provvedimento. Lo ammette la stessa De Girolamo: “lo potrebbe impugnare, è vero, e ci esponiamo a una violazione delle regole comunitarie. Però nei confronti della Francia, che ha bloccato le coltivazioni ogm con un provvedimento simile, Bruxelles non ha ancora avviato la procedura di infrazione. Gli ogm non sono utili all’Italia, la nostra è un’agricoltura d’eccellenza, sana e pulita. L’immagine nel mondo non va sporcata. In Italia non ci saranno mai sperimentazioni di piante ogm in campo aperto, ma solo in laboratorio. In politica bisogna avere il coraggio di fare scelte nel rispetto del valore della gente e gli italiani, dicono i sondaggi, sono contrari alle piante geneticamente modificate”.
(Luigi Torriani)