Probabilmente i primi mesi del governo Letta non saranno ricordati per l’incisività dei provvedimenti presi, ma qualcosa comincia a muoversi: a partire dal primo agosto 2013 viene tagliata l’accisa sul gasolio delle serre. Un intervento fondamentale per il settore florovivaistico e orticolo italiano, che da anni deve fare i conti con costi di produzioni sempre più difficilmente sostenibili e con aumenti continui del prezzo dei carburanti.
Il caro carburanti è un problema enorme per tutta la filiera dell’agricoltura italiana: aratura dei terreni, trebbiatrice, trattori, essiccazione dei foraggi per l’alimentazione animale, riscaldamento di stalle e serre, costi di trasporto delle merci (in Italia l’86% delle merci viaggia su strada). A novembre 2011 si parlava di un danno di 250 milioni annui per l’agroalimentare italiano a causa dell’aumento del prezzo dei carburanti. Ma era solo l’inizio. Il prezzo di gasolio e benzina ha continuato ad aumentare e già a inizio 2012 si parlava di un impatto per gli agricoltori italiani di 400 milioni di euro annui. Un impatto che naturalmente determina un effetto valanga sulla spesa alimentare, facendo aumentare i prezzi di vendita finali (al consumatore) di cibi, bevande, e fiori e piante coltivati nelle serre. E all’aumento del costo dei carburanti si accompagna un aumento delle tasse sui carburanti: il 17 gennaio 2012 è stata introdotta l’iva sul gasolio dei pescherecci, e per il gasolio delle serre c’erano delle agevolazioni (accisa zero) ma sono state abolite nel 2009, nonostante le proteste di Cia e Coldiretti.
Ora, per fortuna, è arrivato l’intervento del governo Letta, nell’ambito del cosiddetto “Decreto del Fare”, con una norma che decorre dal primo agosto 2013 fino al 31 dicembre 2015, e che prevede che “l’accisa sul gasolio per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra, cui attualmente si applica la stessa accisa prevista per tutti i prodotti petroliferi destinati agli usi agricoli, pari al 22 per cento dell’accisa ordinaria, viene ridotta a 25 euro per mille litri, a condizione che i richiedenti siano serricoltori per i quali l’attività imprenditoriale agricola costituisce l’esclusivo o comunque il prevalente fattore produttivo, cioè coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale”. Il nuovo livello di imposizione agevolato sul gasolio per la serricoltura si applica a condizione che le imprese che ne beneficiano si impegnino a ridurne il consumo per una maggiore tutela ambientale.
Questo il commento del presidente della Coldiretti Sergio Marini: “finalmente è arrivato il via libera al taglio dell’accisa sul gasolio da serra, che salva dall’estinzione un settore da primato del Made in Italy in Europa. La Coldiretti accoglie positivamente le disposizioni contenute nel decreto legge per il rilancio economico del Paese approvate in Consiglio dei ministri su indicazione del Ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo. Siamo molto soddisfatti perché dopo anni di richieste disattese, arriva il provvedimento che darà un significativo respiro ad un settore particolarmente toccato dalla crisi. Sul piano politico è decisamente positiva la conferma di orientare le poche risorse disponibili a soggetti professionali che lavorano e vivono di agricoltura, che l’Italia sta sostenendo anche a livello comunitario. L’esenzione dell’accisa sul gasolio è fondamentale per la competitività delle imprese italiane che, con oltre 30.000 serre posizionate in tutta Italia, producono fiori e piante ornamentali e ortaggi. Aziende che si devono confrontare sul mercato con partner comunitari per i quali il costo dell’energia è inferiore e dove vengono erogate agevolazioni per abbattere il costo delle fonti energetiche, per non parlare dei Paesi extracomunitari favoriti da un clima più caldo, che praticano dumping sociale e che spesso utilizzano pratiche di coltivazione bandite dall’Unione Europea“.
(Luigi Torriani)