Certamente anche l’agricoltura non è esente dalla Crisi, con un export che tiene e aumenta ma con i consumi interni in continuo calo. Gli ultimi dati Istat, comunque, segnalano inequivocabilmente una situazione migliore per il settore agricolo rispetto a industria e servizi.
Qui su Universofood abbiamo parlato più volte dell’impatto della Crisi sul settore agricolo, che si salva grazie alla continua crescita delle esportazioni (export da record nel 2011 a 30 miliardi, nuovo record a 31 miliardi nell’export 2012, ulteriore crescita dell’export nel primo trimestre 2013). Sul fronte dei consumi interni la situazione è critica: tra il 2007 e il 2012 il budget per la spesa alimentare è stato tagliato dalle famiglie italiane di 11 miliardi di euro, con ulteriore peggioramento nel 2012 e con un preoccupante inizio di 2013, specialmente per i prodotti alimentari più costosi come i prodotti Dop e Igp, il pesce fresco e le carni bovine (vedi anche i risultati del recente Dossier Coldiretti su I rischi dei cibi low cost).
Gli ultimi dati Istat confermano comunque quanto avevamo già scritto lo scorso anno sulla “Classifica dei tagli delle famiglie italiane” di Coldiretti/Swg (la spesa alimentare scende per effetto della Crisi ma è la voce di spesa meno tagliata dalle famiglie italiane) e sulla crescita delle assunzioni in agricoltura. Nel primo trimestre del 2013, nonostante i pesanti danni del maltempo primaverile, l’agricoltura è l’unico settore che segna un aumento del valore aggiunto sia in termini congiunturali (+4,7%) sia in termini tendenziali (+0,1%), e nello stesso periodo segna anche aumento delle assunzioni dello 0,7%, mentre – sempre nel primo trimestre del 2013 – l’industria è a -4,1% e il settore dei servizi a -1,4% (in generale il calo tendenziale del Pil è del 2,4%).
Questo il commento del presidente della Coldiretti Sergio Marini ai dati Istat: “nonostante gli effetti negativi sulle coltivazioni provocati dal maltempo e i segnali depressivi sui consumi che hanno interessato anche l’agroalimentare, l’agricoltura è stato l’unico settore che nel 2013 ha dimostrato segni di vitalità economica ed occupazione, a conferma della validità e della modernità del modello di sviluppo agricolo Made in Italy, che è fondato sul valorizzazione dell’identità, della qualità e delle specificità che consentono di affrontare e vincere la competizione internazionale. Si tratta di un modello che può rappresentare un riferimento anche per gli altri settori. E questi risultati avrebbero anche potuto essere migliori se non fosse stato per una serie di fattori, a partire dall’ondata di maltempo che ha causato danni per oltre un miliardo di euro, con pesanti cali produttivi su quasi tutti i comparti e un aggravio di costi. Costi che, peraltro, sono ormai in continuo aumento, come dimostra anche l’ultimo dato di febbraio, con la crescita del 2,3 per cento dei prezzi dei vari fattori di produzione. E non bisogna neppure dimenticare che nel primo trimestre il saldo agricolo nei registri camerali tra nuove iscrizioni e chiusure è stato negativo con uno scarto di ben 13.106 unità. Colpa anche del fatto che il credito agrario erogato alle aziende agricole ha subito un taglio del 22 per cento nel 2012 con il valore delle erogazione sceso al livello più basso dal 2008, secondo le elaborazioni Coldiretti su dati Ismea”.
(Luigi Torriani)