I dati dell’Associazione Americana dei Produttori di Miele sono stati diffusi in Italia nei giorni scorsi dalla Coldiretti e segnalano una situazione paradossale: oltre 3 barattoli su 4 di miele venduti negli Stati Uniti contengono in realtà un “non miele” privato del polline tramite procedimenti di ultra-filtrazione. E il fenomeno, seppure in misura decisamente minore, interessa anche l’Europa.
Qui su Universofood abbiamo già trattato più volte dei problemi della filiera del miele, in particolare sullo scandalo dei farmaci tossici in miele e propoli biologici e sulla questione – gravissima – dell’impatto dei pesticidi neonicotinoidi sulle api e sugli uccelli.
Un nuovo allarme riguarda ora il problema della filtrazione del miele. Secondo i dati diffusi in Italia dalla Coldiretti più di tre barattoli di miele su quattro venduti negli Stati Uniti (quindi oltre il 25%) non conterrebbero in realtà vero miele ma un prodotto talmente filtrato da essere in pratica una sorta di “ex miele” privato del polline. E – sempre sulla base dei dati diffusi dalla Coldiretti – il fenomeno interesserebbe, anche se in misura minore, i mieli della Grecia, mentre non risultano casi accertati per il miele italiano.
Perché sottoporre il miele a questi processi di filtrazione? Le ragioni sono due: impedire la tracciabilità nascondendo il fatto che la gran parte del miele venduto negli Stati Uniti è di origine cinese (dal polline si può risalire all’origine del miele); conferire al prodotto una maggiore durata, e una maggiore omogeneità, fluidità e chiarezza di colore. Ci sono naturalmente delle tradizionali tecniche di filtrazione che servono per eliminare scorie, cere e detriti, ma lasciano intatto il polline. Ma le nuove tecniche di ultra-filtrazione che si stanno diffondendo soprattutto negli Stati Uniti e che sottopongono il miele a processi di riscaldamento, annacquamento e pressione meccania, finiscono per eliminare anche il polline. Il prodotto che ne deriva – secondo quanto ha dichiarato la stessa Food and Drug Administration – “semplicemente cessa di essere miele”, perché è privo di polline. Mentre nell’Unione Europea – in base a una Direttiva del 2001 – “è fatto divieto di eliminare il polline” dal miele e “qualora il filtraggio porti all’eliminazione di una quantità importante di polline, è necessario informarne correttamente il consumatore con un’appropriata menzione sull’etichetta”.
(Luigi Torriani)