Sembrava ormai scontata l’approvazione in sede Ue del divieto delle oliere in tutti i locali pubblici dei Paesi comunitari, ovvero l’obbligo di utilizzare nei ristoranti solo bottiglie di olio etichettate, sigillate, con tappi antirabbocco e non riutilizzabili. Una norma contro frodi e imbrogli ai danni dei consumatori e in difesa degli oli italiani ed europei di qualità che si attendeva da anni. Ma all’improvviso il dietrofront: il Commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos ha annunciato che la norma non entrerà in vigore.
Il problema è quello delle frodi e delle sofisticazioni alimentari nel comparto degli oli di oliva. Qui su Universofood ci siamo occupati più volte del fenomeno del falso olio Made in Italy (qui un riassunto della questione). L’Italia è ad oggi il maggior importatore mondiale di olive e di olio (con un +163% nell’import di olive e olio negli ultimi vent’anni), ed è diffusa da anni la pratica della “miscela di oli comunitari” (o “comunitari e extracomunitari”) venduta poi con simboli tricolori e marchio italiano. Ma l’Italia è anche il secondo produttore mondiale di olio di oliva, con 250 milioni di piante, 40 oli extravergine di oliva Dop/Igp, una produzione che supera il mezzo milione di tonnellate e un fatturato di circa 2 miliardi di euro. La cosiddetta Legge Mongiello o Legge Salva Olio Made in Italy ha introdotto una serie di norme severe a protezione dei veri oli italiani e contro le indicazioni fallaci in etichetta, ma è stata poi sospesa dall’Unione Europea.
La stessa Unione Europea che ha annunciato in questi giorni, attraverso il Commissario Ue all’Agricoltura Dacian Ciolos, il ritiro della proposta di legge sul divieto delle oliere nei ristoranti di tutti i Paesi Ue (divieto in Italia già fissato dalla suddetta Legge Mongiello, articolo 7 numeri 2 e 3). I ristoratori dei Paesi Ue potranno dunque continuare a servire ai tavoli olio sfuso, in bottiglie prive di etichetta e non sigillate che si prestano a frodi di ogni genere, consentono al ristoratore di usare oli di bassa qualità all’insaputa del consumatore, e inibiscono la valorizzazione degli oli italiani e europei di qualità.
Dall’Italia sono molte le reazioni critiche al dietrofront della Ue.
Per il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Nunzia De Girolamo “si tratta di una battaglia culturale e di legalità. Quella parte del Regolamento oggi ritirata dalla Commissione europea consentiva infatti di migliorare il contrasto alle frodi in commercio anche nei ristoranti, dove i consumatori hanno il diritto di sapere che tipo di olio utilizzano. Sono certa che il Commissario Ciolos troverà il modo di tenere conto di una questione così importante per i Paesi del Mediterraneo. È fondamentale creare una cultura dell’olio paragonabile a quella del vino e per ottenere ciò questo è un passaggio importante. Il miglioramento e la difesa della qualità sono nell’interesse di tutti: produttori e consumatori. Il sistema Paese sarà compatto nell’affrontare questa sfida. Ho già parlato con il vice presidente Antonio Tajani, con il presidente De Castro e con l’onorevole Giovanni La Via”.
Secondo la Coldiretti “il dietrofront della Commissione sul divieto all’uso di bottiglie senza etichetta e oliere anonime nei locali pubblici dell’Unione europea a partire dall’inizio del prossimo anno favorisce frodi ed inganni che danneggiano duramente le esportazioni nazionali di olio di oliva, che nell’Ue valgono quasi 450 milioni di euro all’anno, in un momento di difficoltà che vede acquisti nazionali in calo del 8% nel primo trimestre del 2013“.
Per la Cia-Confederazione italiana agricoltori si tratta di “una cattiva notizia per il Made in italy agroalimentare e la tutela dei consumatori. La retromarcia della Commissione europea sulla norma che vieta l’uso di bottiglie senza etichetta e oliere anonime nei locali pubblici è una sconfitta per tutti i Paesi come il nostro che da sempre portano avanti una dura battaglia contro le frodi e gli inganni a tavola”
Secondo il il presidente dell’Alleanza delle Cooperative Agroalimentari Maurizio Gardini “assistiamo a un passo indietro nella tutela dei consumatori dalle frodi e nella garanzia di sicurezza e genuinità dell’olio extravergine di oliva. Introdurre l’obbligo di bottiglie con tappi anti-rabbocco era funzionale ad evitare che le bottiglie venissero riempite di volta in volta con oli di indubbia provenienza o di scarsa qualità. Una decisione quindi che avrebbe potuto scongiurare sul nascere eventuali frodi e agire così a tutela del consumatore. Auspichiamo ora che il Commissario all’Agricoltura, che ha annunciato che intende avviare una serie di consultazioni con i diversi soggetti coinvolti per lavorare ad una nuova proposta di regolamento, possa giungere presto a proporre una norma che sia a tutela e garanzia della qualità, della trasparenza e della sicurezza alimentare”.
Per il Presidente della Copagri Franco Verrascian il fatto che il Commissario europeo all’agricoltura Ciolos abbia ritirato la proposta sulla nuova etichettatura per l’olio d’oliva rappresenta “una clamorosa e incomprensibile marcia indietro. L’origine del prodotto adeguatamente visibile sull’etichetta è una questione di giustizia per i consumatori, che devono potere scegliere liberamente, e per i produttori, che devono avere la possibilità di concorrere sui mercati in base alle proprie capacità ed al prodotto che sono in grado di offrire. La corretta informazione dovrebbe essere un obiettivo prioritario per qualsiasi istituzione e, invece, in Europa si continua a tergiversare. La qualità paga ed è evidente che talune produzioni olivicole, come quella italiana, sono temute da Paesi che non possono minimamente competere su questo campo. Se non erro è stata la stessa Commissione a proporre il nuovo provvedimento, così come le norme sempre in materia di origine del prodotto per le bottiglie d’olio d’oliva servite nei ristoranti. La World Trade Organization, inoltre, non ha avuto nulla da eccepire e ciò conferma che l’etichettatura d’origine obbligatoria è un tabù tutto europeo, che va sfatato. Siamo certi che dalle nostre istituzioni arriveranno adeguate risposte a quello che sarebbe un grave passo indietro”.
Secondo il Presidente di Confagricoltura Mario Guidi “l’annuncio di Ciolos è inaccettabile, anche per il metodo ondivago seguito. Il Commissario sembra andare in senso contrario alla tutela dei produttori e dei consumatori. A questo punto auspichiamo fortemente che il nuovo regolamento riconfermi le norme a garanzia della qualità dell’olio d’oliva nei ristoranti”.
Infine il presidente della Federazione nazionale olivicola di Confagricoltura Donato Rossi ricorda che “le oliere, così come qualsiasi altro recipiente soggetto a refill, non garantiscono il consumatore sulla reale identità dell’olio contenuto, mancano di trasparenza nei confronti dei clienti e favoriscono il decadimento qualitativo del prodotto. La sostituzione delle ampolle con bottiglie etichettate con tappo antirabbocco, consente al contrario una veloce rotazione e offre ai consumatori maggiori garanzie anche per il termine di conservazione, che sarebbe più lontano nel tempo. Una presentazione adeguata dell’olio nella ristorazione è fondamentale per garantire la qualità e la genuinità dei prodotti messi a disposizione del consumatore finale”.
(Luigi Torriani)