Uno dei pochi problemi che l’Italia non ha è quello del mangiare e bere male. Il Made in Italy agroalimentare è uno degli ultimi vanti che ci sono rimasti. Ma non per il sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti Buitoni, che in un’intervista al settimanale Panorama ha dichiarato che “in Italia si è smesso da tempo di mangiare bene”. Parole che hanno provocato in pochi giorni una valanga di reazioni stizzite.
Ilaria Borletti Buitoni (1955- ) è deputato di Scelta Civica ed è membro del governo Letta come sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Intervistata da Panorama nel numero del settimanale in edicola dal 23 maggio, la Borletti Buitoni ha dato un giudizio decisamente tranchant sullo stato dell’arte dell’enogastronomia tricolore: “giudico negativamente il livello degli chef italiani. In Italia si è smesso da tempo di mangiare bene, anche perché siamo corsi dietro alle mode, ai francesi, allontanandoci dalla nostra idea di cucina“.
La sortita del sottosegretario è già stata travolta da un fiume di piccate risposte da parte di cuochi e operatori di settore italiani, ed è francamente difficile coglierne il senso e la ratio. Nel periodo economicamente più travagliato e preoccupante della storia dell’Italia repubblicana, il Made in Italy agroalimentare è uno dei pochi punti fermi a cui possiamo ancorarci per provare ad uscire dalla Crisi. L’Italia è leader europea per le denominazioni di origine e le indicazioni geografiche protette (249 prodotti riconosciuti tra Dop, Egp e Stg), i prodotti alimentari italiani sono i più imitati nel mondo (si parla appunto di Italian Sounding), i vini italiani sono i più bevuti nel mondo (l’Italia è leader mondiale sia per la produzione sia per l’esportazione di vini), i formaggi italiani sono in continua crescita nell’export (e il Grana Padano è il prodotto Dop più venduto al mondo), i ristoranti italiani sono tra i migliori al mondo e alimentano un turismo enogastronomico (e anche un enoturismo) che è in continua crescita, l’export agroalimentare ha raggiunto nel 2011 il record storico di 30 miliardi di fatturato, con ulteriore record a 31 miliardi nel 2012 e ulteriore crescita nei primi mesi del 2013. Potremmo proseguire all’infinito (Obama festeggia il compleanno di Michelle in un ristorante italiano, ecc.), ma la questione è già chiarissima: all’interno di una Crisi epocale quale quella che stiamo vivendo il comparto enogastronomico è uno dei pochi elementi che fanno sperare in una tenuta del sistema Italia. Non è chiarissimo poi il riferimento della Borletti Buitoni ai “francesi”. Semmai i problemi sono altri, dall’importazione di mode agroalimentari anglosassoni (questione Coca Cola, questione Gualtiero Marchesi e McDonald’s) al problema del falso Made in Italy.
Moltissime le reazioni severe alle parole del sottosegretario Ilaria Borletti Buitoni. Lo chef Massimiliano Alajmo (3 stelle Michelin con il ristorante Le Calandre) ha dichiarato: “leggo incredulo la dichiarazione fatta dal sottosegretario ai Beni culturali Ilaria Carla Anna Borletti Dell’Acqua in Buitoni. Tale dichiarazione fatta da chi ci dovrebbe rappresentare è la dimostrazione che è la persona sbagliata nel posto sbagliato. La cultura è il bene più prezioso del nostro Paese e, la cucina italiana ne è parte oltre ad essere una delle motivazioni principali per la scelta di un viaggio in Italia. Il turismo in Italia è la risorsa principale del Paese, l’unica che se ben supportata può creare posti di lavoro perché non automatizzabile e non industrializzabile”. Secondo Massimo Bottura (3 stelle Michelin con l’Osteria Francescana, il miglior ristorante italiano 2013 nelle classifiche comparate delle diverse guide) “mai come in questo momento gli interpreti della cucina italiana esprimono un’identità nazionale. Sarebbe ora, anziché mancare di rispetto, di riconoscere il potenziale che avrebbe per il Paese un più stretto rapporto tra cucina, turismo e cultura“. Lo chef Davide Scabin del Combal Zero invita la Borletti Buitoni a girare di più all’estero “per vedere il rispetto che hanno per noi”, e secondo Moreno Cedroni è inaccettabile che mentre in Francia il governo “premia macellai e pasticceri come miglior artigiani, invece qui le istituzioni remano contro”. Per Fulvio Pierangelini le parole del sottosegretario Borletti Buitoni sarebbero addirittura il “delirio di una snob calvinista, tutta retroguardia e qualunquismo”, per il senatore del Pd Raffaele Ranucci “suscita quantomeno stupore il fatto che uno dei massimi rappresentanti istituzionali che dovrebbero promuovere l’Italia nel mondo si lasci a andare a giudizi estremamente superficiali sulla qualità dei cuochi del Belpaese“, mentre il nuovo ministro dell’Agricoltura Nunzia De Girolamo chiude la polemica con un invito a cena: “in nessun Paese si mangia bene come nel nostro, invito il sottosegretario a cena in uno dei tantissimi ristoranti che all’estero ci invidiano”.
(Luigi Torriani)