Ormai il fenomeno è evidente, e si conferma con i primi dati per il 2013: i consumi interni continuano a scendere, l’export continua a salire. Il settore alimentare italiano si salva oggi soltanto grazie al continuo aumento delle esportazioni, in particolare di vino, olio di oliva, ortofrutta e pasta.
Le vendite di pesce in Italia nel 2012 sono scese rispetto al 2011 del 4% (con un ulteriore crollo nel primo trimestre del 2013), le vendite di vino nello stesso periodo sono a meno 3% ( e gli spumanti a 4,1% in quantità), di frutta a -1,9%, di carne a -0,4%, e crescono soltanto le vendite di pastasciutta, il “piatto della crisi” (+1,1%). Non si tratta naturalmente di un crollo (nel 2012 il mercato delle automobili in Italia è sceso del 20%), perché – come è intuitivo – la spesa alimentare, insieme alle spese per i figli, è l’ultima voce di spesa che le famiglie tagliano (prima si tagliano le spese sui beni voluttuari, su abbigliamento, viaggi e vacanze, cultura, nuove tecnologie, auto e moto, ecc.). Ma la situazione del mercato interno italiano è sempre più preoccupante ed è riassumibile in questa recente frase del fondatore di Ovse Giampietro Comolli (frase che può essere estesa all’intero settore agroalimentare): “se non ci fosse l’export, il mercato dei vini e spumanti italiani sarebbe in grave decrescita. Oggi il settore vinicolo italiano è tenuto in piedi dalle esportazioni”.
In che senso il settore agroalimentare italiano sia oggi “tenuto in piedi dalla esportazioni” lo si può capire dai seguenti dati: nel 2011, in piena Crisi, l’export di prodotti alimentari Made in Italy ha raggiunto il record storico di 30 miliardi di fatturato, con una crescita del 9% in valore rispetto al 2010; nel 2012 ulteriore record con 31 miliardi di euro e un +2% sul 2011 (con numeri sempre più significativi negli Stati Uniti). E nel 2013 la crescita prosegue. I dati relativi al primo mese dell’anno (gennaio 2013) parlavano di un +1,4% rispetto al mese precedente (dicembre 2012) e +8,7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (gennaio 2012). Ora, secondo un’elaborazione Coldiretti su dati Istat, il trend si conferma anche per l’intero primo trimestre 2013, che segna un +7% (rispetto al primo trimestre 2012) nelle esportazioni di prodotti alimentari. E continuano a crescere, in particolare, quelli che già nel 2012 erano i prodotti più esportati (accanto ai formaggi), ovvero – nell’ordine: il vino, che nel 2012 – nel contesto di una generale crescita del consumo mondiale di vini – era stato il prodotto più esportato raggiungendo la cifra record di 4,7 miliardi di euro, e che nel primo trimestre del 2013 vede l’export salire addirittura del 15%; l’olio di oliva, che vede un aumento delle esportazioni del 14% nel primo trimestre 2013 (mentre diminuisce il fenomeno del falso Made in Italy); l’ortofrutta (+10% nell’export); la pastasciutta (+10%). E questi dati già di per sé impressionanti potrebbero ulteriormente migliorare se si riuscisse a tutelare maggiormente il Made in Italy dall’annoso problema dell’Italian Sounding.
(Luigi Torriani)