Dopo Mario Catania (per il governo Monti), è Nunzia De Girolamo il nuovo Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Mipaaf), per il governo Letta. Con lei, ai vertici del Mipaaf, i nuovi sottosegretari Maurizio Martina e Giuseppe Castiglione. Ma c’è chi polemizza sulla scelta della De Girolamo, considerata da alcuni inadeguata al ruolo, e non dimentica quando la neoministra dell’agricoltura definì la lontra “un uccello” (qui la satira di Luciana Littizzetto sui nuovi ministri)…
Nata a Benevento nel 1975, avvocato, deputato del Pdl alla seconda legislatura, moglie del deputato Pd e fedelissimo di Letta Francesco Boccia, Nunzia De Girolamo è il ministro più giovane del governo Letta, un governo che vanta il recod di dicasteri assegnati a donne (7 su 21) e che ha un’età media di 53 anni (nel governo precedente l’età media era di 64 anni, e il ministro più giovane era Filippo Patroni griffi, classe 1955).
La Coldiretti ha accolto il neoministro De Girolamo in termini concilianti. “Facciamo i migliori auguri di buon lavoro al nuovo Ministro delle politiche agricole” – ha dichiarato il presidente della Coldiretti Sergio Marini – “che siamo certi che con la sua freschezza saprà interpretare al meglio la rivoluzione in atto nell’agricoltura e nel territorio. L’agricoltura e il cibo italiano e ciò che essi generano in termini di nuove opportunità occupazionali ed economiche, ma anche di qualità della vita, salute, paesaggio e cultura, rappresentano una strada per costruire una Italia migliore e più competitiva nel mondo. Sin d’ora assicuriamo la piena e leale collaborazione della Coldiretti, a partire dall’importante negoziato europeo sulla riforma della Politica Agricola Comune in corso a Bruxelles. È questa poi l’occasione per ringraziare il Ministro uscente Mario Catania e l’intero Esecutivo Monti per l’impegno e l’assunzione di responsabilità in un momento particolarmente difficile per il Paese”.
Ma alcuni operatori di settore hanno espresso fin da subito delle perplessità sull’adeguatezza al ruolo della De Girolamo, che pure ha sempre rivendicato le “origini contadine” della sua famiglia (il padre dirigeva il Consorzio Agrario di Benevento). Oltre alla gaffe della “lontra uccello“, ci sono altri episodi considerati da alcuni poco edificanti, come lo scambio di bigliettini galanti con Berlusconi e il caso della sortita “Veneto terra di contadini“. C’è poi il fatto che la De Girolamo nella sue esperienza parlamentare ha lavorato molto nelle Commissioni Giustizia e Affari Costituzionali (e non è un caso, essendo avvocato), ma può vantare una sola partecipazione diretta alla Commissione Agricoltura (nell’ultimo governo Berlusconi, dall’11 marzo 2009, in sostituzione di Michela Vittoria Brambilla, con un solo progetto presentato: “Incentivi alla produzione e alla vendita diretta dei prodotti agricoli locali, tradizionali e biologici”).
I due sottosegretari che affiancheranno la De Girolamo ai vertici del Mipaaf (Ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali) sono Maurizio Martina e Giuseppe Castiglione.
Maurizio Martina, nato a Calcinate (Bergamo) nel 1978, Ds poi Pd, Segretario regionale del Pd lombardo e consigliere regionale in Regione Lombardia alla seconda legislatura, è diplomato presso l’Istituto Agrario di Bergamo e i suoi nonni “erano contadini” (lo afferma Martina sul suo sito), ma si è poi laureato in Scienze Politiche e in Regione è stato membro della Commissione Affari Istituzionali e della Commissione Attività Produttive (ha però firmato due proposte di legge di interesse agrario: “norme per il governo del territorio, recanti modifica alla LR 12/2005” e “norme per il contenimento dell’uso del suolo – recanti modifica alla LR 12/2005”.
Giuseppe Castiglione, siciliano nato a Bronte nel 1963, deputato del Pdl, è avvocato, Dc poi Forza Italia poi Pdl, vicepresidente della Regione Sicilia e assessore all’Agricoltura nella prima giunta Cuffaro fino al 2004 , parlamentare europeo negli anni 2004-2008 (in sede Ue è stato tra l’altro membro della Commissione per l’Agricoltura e lo sviluppo rurale), presidente della Provincia di Catania tra il 2008 e il 2012, condannato in primo grado per turbativa d’asta ma poi assolto in appello, imputato per concorso esterno in associazione mafiosa ma poi prosciolto.
(Luigi Torriani)