Sono stati pubblicati il 18 aprile 2013 gli ultimi dati Istat sull’Uso e l’abuso degli alcolici in Italia>. L’aspetto positivo è il calo dei comportamenti a rischio, l’aspetto negativo è il calo sempre più pronunciato, non solo dell’abuso di alcool, ma anche del consumo moderato dei vini italiani.
Con l’espressione “comportamenti a rischio” nel consumo di alcool si intendono tre tipologie comportamentali: il consumo giornaliero non moderato; il binge drinking; il consumo di alcool da parte degli under 15. Per “consumo giornaliero” si intende l’assunzione di almeno una bevanda alcolica tutti i giorni dell’anno, e “consumo giornaliero non moderato” è il consumo che eccede 2-3 unità alcoliche per l’uomo, 1-2 unità alcoliche per la donna, 1 unità per gli over 65, qualsiasi quantità giornaliera per gli under 17. Per “unità alcolica” si intende la “quantità di alcol contenuta in un bicchiere piccolo (125 ml) di vino di media gradazione, o in una lattina di birra (330 ml) di media gradazione o in un bicchierino di superalcolico (40 ml)”. Il primo comportamento a rischio è dunque l’assunzione giornaliera di 3-4 bicchieri di vino o lattine di birra o bicchierini di superalcolici, quantità che scende a 1-2 degli stessi per le donne, 1 degli stessi per gli over 65 e qualsiasi quantità degli stessi per gli under 17. Il secondo comportamento a rischio è il cosiddetto “binge drinking”, che è il consumo in un’unica occasione di 6 o più bicchieri di bevande alcoliche. Il terzo e ultimo comportamento a rischio è il consumo di alcool, in qualsiasi quantità, fino ai quindici anni, età fino alla quale l’Oms raccomanda la totale astensione dall’assunzione di bevande alcoliche.
I comportamenti a rischio nel consumo di alcool riguardano in Italia, per il 2012, 7 milioni e 464mila persone, con un trend fortunatamente in discesa rispetto al 2011. Nel 2012 sul 2011 diminuisce sia la quota dei consumatori giornalieri non moderati di alcool (dall’8,4% al 7,5%), sia la quota degli abitué del binge drinking (dal 7,5% al 6,9%). Positivi in particolare i numeri per gli uomini, che passano dal 13,6% al 12,2% per il consumo giornaliero non moderato e dal 12,2% all’11,1% per il binge drinking. Il consumo di alcool tra gli under 15 resta invece a una quota preoccupante (10,5%), senza evidenti differenze di genere. I comportamenti a rischio più frequenti si confermano tra gli over 65 (con differenze importanti tra gli uomini al 40,7% e le donne al 10,1%), e tra gli adolescenti di 11-17 anni (il 12,4% dei maschi e l’8,4% delle femmine). E un elemento decisivo resta la frequentazione di discoteche, spettacoli sportivi e concerti, che tra i giovani di 18-24 anni fa salire (rispetto ai coetanei che non hanno queste frequentazioni) i comportamenti a rischio nel consumo di alcool addirittura dall’8% al 30,5%.
Accanto a questi elementi positivi, c’è preoccupazione tra gli operatori di settori per la continua contrazione del consumo moderato dei vini italiani, un trend che è legato alla Crisi e alla diffusione sempre più ampia di birre e cocktail, e non ha nulla a che vedere con la positiva riduzione dei comportamenti a rischio. Il consumo dei vini italiani è sceso nel 2012 “al minimo storico dall’Unità d’Italia” (frase contenuta in un comunicato stampa della Coldiretti), con 22,6 milioni di ettolitri, e un -2% rispetto al 2011. Il consumo di vino in Italia nel 2012 è sceso sotto i 40 litri annui pro capite, e ricordiamo che negli anni ’70 eravamo intorno ai 120 litri annui pro capite. La percentuale di quanti hanno bevuto vino almeno una compresa volta durante l’anno è sstata, per il 2012, negli uomini del 65,6 per cento, nelle donne nel 39,1 per cento, e negli adolescenti di età tra i 16 ed i 17 anni- sempre più avvezzi al consumo di birra e cocktail – del 14,1% (contro il 18,2% del 2011.
Tutto questo in un contesto in cui è in crescita il consumo mondiale di vino, l’export dei vini italiani è in continua crescita, l’Italia è ad oggi il primo produttore e il primo esportatore mondiale di vini, e il vino è il prodotto agroalimentare italiano più esportato (con 4,5 miliardi nel 2012, e +7% sul 2011). Mentre l’export cresce, e conquista i nuovi mercati orientali, il consumo interno di vino è ai mini storici. Mentre la Coldiretti ci ricorda che “il vino è divenuto l’espressione di uno stile di vita ‘lento’, attento all’equilibrio psico-fisico e che aiuta a stare bene con se stessi. Uno stile di vita da contrapporre proprio all’assunzione sregolata di alcol. Tutto questo va riconosciuto per evitare il rischio di una dannosa criminalizzazione del vino, mentre è necessario investire nella prevenzione promuovendo la conoscenza del vino con il suo legame con il territorio e la cultura, a partire proprio dalle giovani generazioni“. Nel frattempo, on line, sono in vendita i vini in polvere…
(Luigi Torriani)