Nuovo maxisequestro da parte della Guardia di Finanza di falsi alimenti biologici: oltre 1500 tonnellate di mais, soia e grano tenero etichettate come Bio ma non conformi alle normative italiane ed europee. Un nuovo tentato raggiro dei consumatori e anche un grave danno di immagine per i veri produttori Bio.
La produzione di Ogm è marginale e non è mai decollata, mentre il marchio Bio – nonostante la Crisi epocale che stiamo attraversando – è vincente e in continua crescita. Ad oggi in Italia ci sono circa 50.000 agricoltori che coltivano prodotti biologici, le vendite di prodotti alimentari biologici in Italia sono cresciute nel 2012 del 7,3% rispetto al 2011 (e già erano cresciute nel 2011 del 9,2% sul 2010), e il giro d’affari del comparto Bio italiano tocca i 3 miliardi di euro tra consumi interni ed esportazioni, un fatturato che è triplicato tra il 2000 e il 2012 e che colloca l’Italia al quarto posto europeo dopo Germania, Francia e Regno Unito, e al sesto posto nella classifica mondiale, che vede davanti al nostro Paese anche Usa e Canada (dati Coldiretti).
Purtroppo è anche chiaro che all’aumento del giro d’affari di un mercato, aumentano i casi i tentativi frode in quel mercato. Qui su Universofood abbiamo già parlato del problema del falso biologico, raccontando il colossale sequestro del dicembre 2011 (quando sono state sequestrate in Italia di oltre 700.000 tonnellate di falsi prodotti biologici, praticamente il 10% del mercato biologico nazionale!), parlando dell’allarme arsenico in riso e sciroppo di riso biologici, riportando le varie denunce di Altroconsumo sul falso Bio, e infine parlando del caso dei farmaci tossici in miele e propoli biologici (un altro aspetto interessante è l’invenzione di Lapka, il sensore per iPhone che scova il falso biologico).
Ora un altro scandalo. L’operazione Green War, portata avanti dall’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari) in collaborazione con il Comando provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro, attraverso un giro di perquisizioni in Marche, Emilia Romagna, Sardegna, Molise e Abruzzo, ha portato al sequestro di 1.500 tonnellate di mais (con piccole quantità anche di grano tenero e lino), e 30 tonnellate di soia indiana “biologica”. Le persone coinvolte nell’indagine (al momento 23) avrebbero importato i prodotti in questione (in parte destinati agli allevamenti, in parte all’alimentazione umana) da Moldavia e Ucraina, dove società di fatto gestite da italiani (e spostate nell’Europa dell’est per eludere i controlli) avrebbero sdoganato le merci presso una società maltese (sempre gestita da italiani) per poi farle rientrare in Italia. I prodotti “biologici” sono stati sequestrati perché non rispettavano le normative comunitarie e nazionali sul biologico, e in molti casi avevano anche alto contenuto di Ogm e agenti chimici vietati.
Unanimi i commenti, di plauso all’operazione della Guardia di Finanza e insieme di crescente preoccupazione per il fenomeno del falso Bio in Italia. Secondo il Presidente di AIAB (Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica) Alessandro Triantafyllidis “alla luce di quanto è emerso con questa frode alimentare è ormai sempre più evidente la necessità di una riforma del sistema di controllo, di una maggiore vigilanza da parte del Ministero e un impegno parte dell’Unione Europea nel sorvegliare, efficacemente, le frontiere extra-UE. Nel caso vengano evidenziate ditte e persone già coinvolte in altre frodi non deve essere più data loro la possibilità di operare in questo settore. Diventa assoluta priorità del nostro Paese, nell’ambito dei negoziati PAC, garantire risorse e strumenti per realizzare filiere cerealicole nazionali biologiche e promuovere un piano nazionale per la produzione di proteine vegetali, come la soia, a supporto di filiere OGM free, con indicazione prioritaria, volta al settore biologico nel quadro di un’emancipazione progressiva dal ricorso a mangimi proteici di importazione”.
Secondo la Coldiretti “questo maxisequestro ha consentito di togliere dal mercato prodotti base che altrimenti sarebbero finiti in alimenti per i quali si è registrato nel 2012 una grande aumento record dei consumi in Italia, come biscotti, dolciumi e snack (+22,9%) e pasta, riso e sostituti del pane (+8,9%). Questa truffa avrebbe potuto colpire anche i più piccoli, se si considera che negli ultimi dieci anni sono raddoppiati i pasti biologici serviti nelle mense scolastiche, toccando quota 1,2 milioni. Questa frode alimentare ha messo in luce le ormai note debolezze del settore, su cui è necessario intervenire al più presto: la scarsa efficacia degli Organismi di Controllo sul fronte delle importazioni e la mancata vigilanza alle frontiere da parte dell’Unione Europea sui prodotti importati da Paesi extra Ue, riconosciuti in equivalenza con le regole europee. Problematiche che devono spingerci sempre più a sviluppare filiere nazionali interamente bio per supportare i nostri agricoltori e garantire ai cittadini prodotti biologici sicuri. L’identikit dell’acquirente regolare di prodotti biologici ,che è donna, di età compresa tra i 45 ed i 55 anni con una scolarità alta ,svela una attenzione per l’alimentazione dei figli che rende la maxitruffa ancora più grave. Non è un caso che proprio sotto il pressing delle mamme in Italia si contano quasi 1200 mense bio e vengono serviti quasi 1,2 milioni di pasti bio al giorno nelle mense scolastiche. Di fronte al ripetersi di frodi che riguardano l’importazione di prodotti falsamente biologici è necessario che sia facilmente riconoscibile in etichetta la produzione ottenuta con materia prima e standard nazionali, per consentire ai consumatori di fare scelte di acquisto consapevoli sulla reale origine del prodotto acquistato. In attesa che questo avvenga il consiglio della Coldiretti è quello di acquistare i prodotti biologici direttamente nelle aziende, nelle botteghe e nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica che garantiscono l’origine nazionale degli alimenti in vendita. In Italia vendono direttamente prodotti biologici 2795 aziende agricole, 1541 agriturismi e 234 mercatini”.
Secondo la Cia-Confederazione italiana agricoltori “ora più che mai è necessario mantenere alta l’attenzione sul settore, intensificando i controlli soprattutto sui prodotti importati da Paesi terzi non in equivalenza. Pproprio perché si tratta di un mercato in continua espansione, il settore del biologico ha iniziato a fare gola alle mafie e ai ‘professionisti della truffa agroalimentare’, pronti a falsificare carte e certificati pur di accaparrarsene una fetta. Per questo, oggi bisogna lavorare sulle regole e prevedere politiche ‘ad hoc’ che controllino i mercati. È indispensabile aumentare le ispezioni, inasprire sanzioni e pene ma soprattutto lavorare sulla trasparenza in tutti i passaggi della filiera. Soprattutto sono necessari più controlli sui prodotti importati dai Paesi non in equivalenza, dove cioè i metodi di produzione biologica e gli organi di controllo non sono ritenuti equivalenti ai nostri, prestando ancora più attenzione ad autorizzazioni e certificati di conformità degli importatori. Episodi come questo devono spingere la Commissione Ue a impegnarsi maggiormente nelle verifiche sui sistemi di controllo degli altri Paesi dell’Unione europea. Proprio lo scarso controllo della Ue è, infatti, la causa principale della frode a cui assistiamo oggi. Il prodotto veniva sdoganato a Malta per poi arrivare nel nostro Paese. Il nostro sistema è molto più rigido e proprio la scorsa settimana l’ente di accreditamento italiano (Accredia) ha sospeso un importante ente di certificazione del biologico per alcune gravi mancanze, proprio nel settore dell’importazione di mangime bio. Siamo per la tolleranza zero verso il falso biologico. Tutte le più gravi frodi alimentari degli ultimi due anni hanno riguardato prodotti di importazione (gli importatori esclusivi del biologico sono solo 63) che stanno mettendo in seria difficoltà le oltre 46mila aziende biologiche che vedono la propria attività screditata di riflesso. La Commissione europea deve approvare i codici doganali specifici per il bio, da troppo tempo rinviati, e sospendere il regime di equivalenza ai paesi extra-Ue, da cui è pervenuto il prodotto contraffatto”.
Secondo il Presidente della Copagri Franco Verrascina “rispetto a ciò che si configura come un delitto contro l’economia, quando non è una minaccia vera e propria per la salute umana occorrono misure repressive ferme e convincenti, in grado di fungere da deterrente per chiunque abbia voglia di malaffare nel settore dell’agroalimentare. Gli accertamenti investigativi e giudiziari diranno chi e come ha responsabilità sulla frode scoperta dalla Guardia di finanza e dall’Ispettorato repressione frodi del Mipaaf nel campo del biologico, che dalle prime notizie avrebbe radici all’estero ed in diverse regioni italiane: allora, oltre alle eventuali conseguenze previste per reati penali, occorrerà fare in modo che nessuno di costoro, che ovviamente nulla hanno a che fare con gli operatori del sistema agroalimentare, possa mai più esercitare alcuna attività a qualsiasi livello all’interno di detto sistema. In attesa dei riscontri delle indagini, un rinnovato ringraziamento va alle autorità competenti intervenute, che confermano il grado di affidabilità dei controlli in campo alimentare nel nostro Paese”.
“Esprimo tutto il mio apprezzamento”, ha infine commentato il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania “per l’operazione congiunta condotta dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari e dal Comando provinciale della Guardia di finanza di Pesaro. Le sinergie che si sviluppano da tali forme di collaborazione assicurano, ancora una volta, la più ampia tutela del consumatore e degli operatori e la difesa dell’interno comparto agroalimentare. Deve essere una assoluta priorità contrastare tali fenomeni di illegalità che vanno a minare un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese”.
(Luigi Torriani)