Continua il crollo della produzione italiana di castagne, a causa dell’insetto parassita Cinipide, che sta devastando i nostri castagneti. Vediamo quali sono numeri (spaventosi) sull’andamento dell’import e dell’export di castagne nell’ultimo anno (numeri che peggiorano ulteriormente rispetto ai dati già pessimi del 2011).
Le castagne e caldarroste che consumiamo sempre più spesso non sono delle castagne e delle caldarroste italiane. Questo peraltro potrebbe non stupire affatto in un Paese come l’Italia in cui tutto viene presentato come prodotto locale, ma in realtà è in buona parte importato, dai pomodori all’olio, i formaggi, i prosciutti, i funghi, i tartufi. Ma mentre in questi casi l’utilizzo di prodotti di importazione (poi spacciati per italiani) è semplicemente una scelta delle aziende produttrici che in questo modo risparmiano sui costi (ma ingannano i consumatori), nel caso delle castagne il problema è più radicale: i castagni italiani non producono più castagne, perché sono colpiti da un insetto – il Cinipide galligeno del castagno – che induce la formazione di ingrossamenti tondeggianti (galle) sui germogli e sulle foglie nelle quali si compie il ciclo vitale delle larve (la formazione della galla può coinvolgere i germogli inglobando una parte delle foglie giovani e delle infiorescenze e portando in questo modo all’arresto dello sviluppo vegetativo dei getti colpiti e quindi alla riduzione della fruttificazione, cioè delle castagne, per la mancata produzione dei fiori femminili e degli amenti, ovvero le infiorescenze, maschili; forti infestazioni possono anche causare la morte della pianta).
Il Cinipide galligeno del castagno è un insetto originario della Cina, ma ormai diffuso (dopo essere stato introdotto attraverso materiale vivaistico) anche in Giappone, Corea, Stati Uniti, e Europa. In Italia (e in Europa) il Cinipide è stato segnalato per la prima volta in provincia di Cuneo nel 2002. Da questo iniziale focolaio piemontese l’insetto si è poi lentamente diffuso in tutte le altre regioni, a partite da Toscana e Lazio. L’impatto del Cinipide è cresciuto negli ultimi anni ed è sempre più devastante. E l’Italia è tradizionalmente il leader europeo nella produzione di castagne (sia dal punto di vista quantitativo, sia sul piano qualitativo, con ben dodici tipi di castagne con riconoscimento europeo) e il quarto produttore mondiale dopo Cina, Corea del Sud e Turchia, con 780.000 ettari di bosco di castagno presenti sul territorio nazionale, per un totale di 34.160 imprese agricole e 100.000 posti di lavoro (dati Coldiretti).
Per contrastare l’azione del Cinipide è già in corso una lotta biologica basata sull’utilizzo e sulla diffusione dell’insetto Torymus Sinensis, un insetto che mangia le larve deposte dal Cinipide, ma ci vorranno diversi anni per vedere risultati concreti e di ampia portata. Nel frattempo gli ultimi dati disponibili (diffusi dalla Coldiretti a febbraio 2013, e relativi ai primi undici mesi del 2012, confrontati con lo stesso periodo del 2011 e del 2010) fotografano, in sintesi, la seguente – drammatica – situazione: le importazioni di castagne in Italia nel 2012 sono quasi triplicate rispetto al 2010, e sono quasi raddoppiate rispetto al 2011 (dai 7.760.811 kg del 2011 a 14.453.208 kg del 2012); le castagne importate nel 2012 arrivano principalmente dalla Spagna (oltre 4 milioni di kg), dal Portogallo (oltre 3 milioni di kg) e dalla Turchia (1,5 milioni di kg)); le esportazioni di castagne dall’Italia nel 2012 sono scese del 20% rispetto al 2011 e del 30% rispetto al 2010.
(Luigi Torriani)