In occasione dell’assemblea elettiva di Donne Impresa, che ha visto la nomina a responsabile nazionale di Lorella Ansaloni (nella foto sopra) di Medolla (Modena), la Coldiretti ha fatto il punto sull’andamento dell’occupazione femminile in agricoltura. Mostrando dati interessanti che segnalano una crescita sia delle dipendenti sia delle imprenditrici agricole.
Nel suo intervento del 20 gennaio a “Che tempo che fa”, il fondatore di Slow Food Carlo Petrini ha invitato i giovani a “tornare all’agricoltura” e ha lanciato questa provocazione: “la situazione è drammatica perché l’età media dei nostri agricoltori è di 60 anni e noi non mangeremo computer, noi abbiamo bisogno di qualcuno che torni alla terra”. Nella stessa direzione si muove da anni la Coldiretti, con il recente vademecum su “Come aprire un’azienda agricola oggi” e soprattutto con la manifestazione Oscar Green, che ogni premia le imprese agricole più originale e innovative.
Guardando ai premi assegnati nell’ambito di Oscar Green (qui i vincitori 2011; qui i vincitori 2012) già si nota quanto sia obsoleta l’immagine tradizionale che il senso comune degli ultimi decenni (a partire dagli anni ’70, dal boom economico con crescente urbanizzazione e borghesizzazione della società italiana) ha dell’agricoltura, come di un settore occupazionale tutto sommato di basso livello se non “disonorevole”, un’occupazione da evitare ai nostri figli e da riservare il più possibile agli immigrati, guidati da imprenditori italiani rozzi e senza scrupoli. Le idee imprenditoriali agricole premiate nell’ambito di Oscar Green (per esempio: lo spumante Abissi, la prima coltivazione di bambù interamente Made in Italy, l’abbinamento tra cena in agriturismo e osservazione astronomica, l’amaro Ulivar, e molte altre eccellenze al 100% italiane) mostrano una situazione ben diversa, una situazione in cui il settore agricolo e agroalimentare diventa un’occupazione sempre più professionalizzata, creativa e di alto livello. E tutti i dati vanno in questa stessa direzione: per la prima volta nel 2012 calano in Italia gli immigrati impiegati in agricoltura (che pure restano importantissimi, e troppo spesso sottostimati), mentre crescono le assunzioni di manodopera italiana (che potrebbero ulteriormente aumentare quando dovessimo deciderci una buona volta a vendere i terreni agricoli di proprietà dello Stato), segno che forse ci stiamo lentamente muovendo nella direzione auspicata da Carlo Petrini e dalla Coldiretti, cioè nella direzione di una rivalutazione e rivalorizzazione dell’agricoltura. E a questo proposito non dimentichiamo che in Italia negli ultimi dieci anni sono raddoppiati i laureati impiegati in agricoltura.
E soprattutto crescono le donne italiane che scelgono di lavorare nel settore agricolo. Secondo i dati diffusi dalla Coldiretti: oggi in Italia quasi un’impresa agricola su tre è condotta da donne (il 29%); nel settore agricolo italiano ci sono circa 406.000 lavoratrici e le titolari, amministratrici o socie di aziende sono quasi 300.000 (294.618); nel 2012 rispetto al 2011 (confronto sul terzo trimestre) sono aumentate del 3% sia le donne alla guida di imprese agricole, sia le dipendenti del settore.
Questo il commento di Lorella Ansaloni, la neoeletta responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti: “ringrazio per la grande opportunità che mi è stata offerta. Il mio impegno sarà forte e determinato (gli emiliani sono tosti), contando anche sull’aiuto delle donne imprenditrici che saranno al mio fianco in questi anni. Dobbiamo assolutamente proseguire sul cammino già intrapreso della ‘modernizzazione’ dell’agricoltura e favorire la multifunzionalità che emerge anche dai dati nazionali sull’imprenditoria in rosa, ‘modernizzazione’ che spesso passa attraverso la donna” ha affermato Lorella Ansaloni al momento dell’elezione. Non resta da fare altro che rimboccarci di nuovo le maniche, ma noi donne – ha concluso – lo sappiamo già e lo facciamo da sempre!”.
Questo il comunicato stampa della Coldiretti: “la capacità di coniugare la sfida con il mercato, il rispetto dell’ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembrano essere tra le principali ragioni della presenza femminile nelle campagne. Un impegno che è particolarmente rilevante nelle attività più innovative e multifunzionali, come dimostra il protagonismo delle donne nei mercati degli agricoltori di Campagna Amica, negli agriturismi o nelle associazioni per la valorizzazione di prodotti tipici nazionali come il vino e olio. L’ingresso progressivo della presenza femminile nell’agricoltura italiana ha certamente dato un forte impulso all’innovazione che ha caratterizzato il settore con l’ampliamento delle attività ad esso connesse come la trasformazione dei prodotti, la crescente attenzione al benessere, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy, l’adozione di piante e animali on line e tante altre innovazioni in rosa che le aziende vincitrici, diffuse in diverse tutte le regioni, hanno come peculiarità”.
(Luigi Torriani)