Si è molto parlato dell’Imu e dell’impatto di questa tassa del governo Monti (ma già voluta da Tremonti) sull’agricoltura italiana. Per mesi c’è stata anche una forte polemica tra la Coldiretti e il Ministero dell’Economia in merito alle stime sull’impatto reale che l’Imu avrebbe avuto sul settore agricolo. Vediamo ora, a giochi fatti, di quali numeri stiamo parlando.
Gli scontri tra le associazioni di rappresentanza degli agricoltori e il governo Monti datano dall’insediamento del governo stesso (novembre 2011) e dal successivo decreto Salva-Italia che faceva entrare in vigore a tempi da record la nuova Ici potenziata (l’Imu). Che l’imposta sarebbe stata una vera e propria batosta per l’agricoltura italiana, facendo schizzare alle stelle le tasse sulle stalle, sui terreni agricoli e sui fabbricati agricoli, era chiaro a tutti fin da subito. Ma con differenze anche enormi nelle stime. Mentre la Coldiretti ha parlato da subito di una stima addirittura attorno al miliardo di euro (con incrementi di tassazione su terreni e fabbricati rurali tra il 100 e il 400%: in pratica un aumento dei costi annui per ogni imprenditore agricolo tra i 500 e gli oltre 4.000 euro, a seconda delle dimensioni dell’impresa e del valore catastale di fabbricati e terreni), il Ministero dell’Economia faceva una previsione di entrate attorno ai 407 milioni di euro.
La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Il totale della tassazione Imu pagata dall’agricoltura italiana dovrebbe attestarsi sui 534 milioni di euro, dunque decisamente meno di quanto stimava la Coldiretti ma di più rispetto alle previsioni di entrata del governo Monti. Particolarmente pesante è stato il prelievo sui terreni agricoli, con un maggior gettito per l’anno 2012 pari a circa 130 milioni di euro, più o meno equamente ripartito tra Erario e Comuni (il maggior gettito deriva sia dall’applicazione originaria della sola aliquota base dello 0,76 % prevista dall’art. 13 del D. L. n. 201/2012, sia dall’aumento in sede di saldo delle aliquote stabilite dai comuni, fino allo 0,3 per cento, il che significa un ulteriore aggravio di circa il 50%).
Nel frattempo la Coldiretti ha inviato una lettera al Premier Mario Monti e al Ministro dell’Economia Grilli nella quale si chiede una modifica finale dell’aliquota da applicare ai fabbricati strumentali agricoli e ai terreni agricoli, in modo da garantire che il gettito complessivo non superi per l’anno 2012 l’ammontare che era stato previsto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (secondo quanto previsto dall’articolo 13, comma 8, del Dl Salva Italia). Questo un estratto della missiva diffuso dalla stessa Coldiretti in un comunicato stampa: “con senso di responsabilità il mondo agricolo ha accettato l’onere dell’Imu, nella consapevolezza di doverlo fare per il bene del Paese. Ed è con questo spirito che ha contribuito al pari di tutti gli altri cittadini al pagamento dell’Imu sugli immobili ad uso abitativo ed ha assunto l’impegno di versare l’Imu sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali strumentali in misura pari all’ammontare stimato dal Dipartimento delle Entrate per conto del ministero dell’Economia e delle Finanze. In virtù di questo impegno ed al fine di assicurare al mondo agricolo la certezza di un prelievo Imu sui terreni agricoli e sui fabbricati rurali strumentali non eccedente a quello stimato, è stata inserita una clausola di salvaguardia, quale atto di indirizzo politico ed espressione di garanzia assoluta in uno Stato di diritto. Chiediamo adesso che il Governo mantenga i suoi impegni ed emani il provvedimento di modifica dell’aliquota”.
(Luigi Torriani)