L’agroalimentare italiano è ormai praticamente tenuto in piedi dall’export, e tra il 2008 e il 2012 (cioè dall’inizio della Crisi ad oggi) i consumi alimentari in Italia sono scesi di 11 miliardi di euro al netto della dinamica dei prezzi (con un ulteriore peggioramento nel 2012). Per resistere alla Crisi bisogna inventarsi qualcosa di nuovo, e non a caso la Coldiretti ha creato il nuovo evento Oscar Green, che premia le realtà imprenditoriali più innovative e più creative del settore agroalimentare (qui i vincitori dell’edizione 2011; qui i vincitori dell’edizione 2012). Ma ci sono anche i cosiddetti “nuovi mestieri del gusto”. Vediamo di che si tratta.
È la stessa Coldiretti, in un comunicato stampa, a parlare di “nuovi mestieri del gusto”, segnalando come da queste nuove professioni “potrebbero aprirsi opportunità per almeno 100.000 posti di lavoro nei prossimi tre anni” (un altro modo per creare nuovi posti di lavoro sarebbe notoriamente quello di vendere i terreni agricoli dello Stato, ma l’iter è ancora bloccato). Per “nuovi mestieri del gusto” intendiamo nuove professioni che puntano tutto sulla specificità e sulla qualità del prodotto alimentare, rivolgendosi a nicchie di consumatori particolarmente esigenti.
Ma di quali mestieri parliamo? Una delle assolute novità degli ultimi anni è il Sommelier della frutta, che è un assaggiatore di frutta che fa consulenza a ristoratori e operatori del settore (ma volendo anche ai privati) per aiutare a scegliere al meglio (in base a varietà, grado di maturazione, sapore, profumo) la frutta che si acquista. Può sembrare una boutade ma non lo è: dal 2002 esiste addirittura in Italia una Organizzazione Nazionale Assaggiatori Frutta (Onafrut). E negli ultimi tempi si stanno facendo strada diverse altre figure inedite di assaggiatori, come l’Assaggiatore di miele e l’Assaggiatore di grappe.
Un’altra nuova figura professionale è quella del Personal trainer dell’orto, che offre consulenza, tutoraggio e assistenza a domicilio al numero crescente di persone che decide di crearsi un proprio orto personale, anche in città. L’Agrigelataio è invece un allevatore specializzato nella produzione di gelati creati direttamente in loco a partire dal latte degli animali allevati. Il Birraio a km 0 è un coltivatore di cereali che ha come core business la trasformazione diretta dell’orzo della propria azienda agricola in birra artigianale. L’affinatore di formaggi è un professionista che lavora sui formaggi per aumentarne la qualità e per creare nel formaggio un gusto unico legato al territorio di produzione (il formaggio viene stagionato, e poi “curato”, “affinato” e “conciato”, per esempio speziandolo con erbe tipiche del territorio, arricchendolo con olio e aceto locali, e simili). L’alchimista di campagna è un creatore di nuovi liquori e distillati attraverso nuovi e inediti abbinamenti di prodotti e erbe coltivati nella propria azienda agricola. Infine il Food blogger, che è un professionista del web che attraverso il proprio portale internet offre informazioni, suggerimenti e consigli sul mondo della cucina e dell’enogastronomia (secondo i dati ad oggi sono circa 415.000 gli italiani che partecipano regolarmente alle community sul web dedicate al cibo, e sono oltre 1,4 milioni quelli che vi partecipano saltuariamente).
(Luigi Torriani)