Sono due gli elementi di speranza per l’agroalimentare in tempi di crisi nera: le esportazioni, che continuano a crescere (specialmente per vino, formaggi e salumi); il biologico, che da anni è in ascesa inarrestabile ed è il segmento dell’agricoltura italiana che va meglio.
Se dovessimo valutare la situazione dell’agroalimentare italiano guardando esclusivamente i dati del comparto Bio potremmo dire che la Crisi non esiste. Mentre gli Ogm in Europa perdono terreno, il biologico da prodotto di nicchia diventa sempre di più un brand alla moda (ormai immancabile anche sugli scaffali dei supermercati). Al punto che dopo i recenti scandali che hanno colpito il settore (le denunce di Altroconsumo sul falso Bio, il maxisequestro di prodotti biologici fasulli nel dicembre del 2011, e la scoperta di alimenti biologici contenenti arsenico), scandali sui quali abbiamo di recente interpellato il Presidente di Coldiretti Lombardia Ettore Prandini (guarda cosa ha risposto), qualcuno ha addirittura pensato di inventare un nuovo sensore per iPhone in grado di scovare il falso biologico. E mentre si introducono nuove normative per regolamentare il settore, dall’obbligo del marchio europeo al logo biologico per i vini, si moltiplicano le fiere e le rassegne di settore, dalla Biofera di Canzo (Como) ai premi di Legambiente per i migliori vini e oli biologici italiani.
La crescita dirompente del marchio Bio dura da circa dieci anni, con fatturati triplicati in Italia dal 2000 ad oggi (da un miliardo ad oltre miliardi di euro). I con numeri che continuano a crescere anche negli anni più drammatici (dal punto di vista economico) degli ultimi decenni, il 2011 e il 2012. I dati Cia sulle vendite di alimenti biologici in Italia parlano di un incremento nel 2011 del 9,2%, mentre nel primo semestre 2012 abbiamo un’ulteriore crescita del 6,1%.
Inoltre, secondo i dati Ismea (sempre relativi al il primo semestre 2012): il 75% degli italiani dichiara di acquistare prodotti biologici almeno una volta al mese; i biscotti, snack e dolciumi biologici crescono nelle vendite de 26,1 %, latte e formaggi biologici del 9,5 %, pasta, riso e sostitutivi del pane Bio del 9 %, carne biologica del 3,2 %); frutta e verdura biologiche crescono “solo” dell’1%, ma restano la categoria Bio più venduta e pesano sul totale del biologico per oltre il 30%; scendono soltanto le uova biologiche (-6,4%), e zucchero, caffè, tè biologici (-6,2 % rispetto al primo semestre del 2011).
Altro dato importante riguarda i ristoranti e le mense scolastiche. Nell’ultimo anno i ristoranti con menù Bio sono cresciuti del 24%, gli agriturismi dell’11%, e le mense scolastiche del 10%), fino a un totale di oltre un milione di pasti biologici serviti ogni giorno in Italia. Nel frattempo (dati relativi al 2011) il numero degli operatori del settore cresce al ritmo dell’1,3% annuo, salendo da 47.663 a 48.269 unità, e aumentano del 25% le aziende agricole che alla produzione affiancano la vendita diretta al consumatore (come nella rete di Campagna Amica).
(Luigi Torriani)