I cosiddetti energy drink, bevande analcoliche addizionate di caffeina e altre sostanze stimolanti, sono sempre più popolari, specialmente tra i giovani. Ma il Comitato Nazionale per la Sicurezza Alimentare avverte: comportano seri rischi per la salute. Vediamo quali.
Che le bevande gassate e zuccherate siano dannose per la salute e siano uno dei principali fattori alla base dell’epidemia di obesità che sta colpendo i Paesi occidentali negli ultimi decenni (un altro aspetto è il drastico calo nel consumo di frutta e verdura) è un fatto noto. Che sta portando anche in Italia all’introduzione di nuove tasse – le cosiddette Fat Tax – che dovrebbero scoraggiarne il consumo e che stanno provocando le proteste degli imprenditori del settore.
Gli energy drink, come la celebre Red Bull, sono bevande analcoliche che contengono zuccheri in grande quantità (quindi favoriscono, come tutte le tradizionali bevande zuccherate, il rischio di obesità) e che vengono arricchite con sostanze stimolanti. Innanzitutto la caffeina, ma talvolta anche altre sostanze come taurina, guaranà, ginseng, glucuronolattone e niacina. Anche la classica Coca Cola contiene caffeina (pare anzi che contenga perfino tracce di alcool…), e la caffeina la consumiamo regolarmente bevendo un espresso per colazione, ma il problema sta tutto nelle quantità. Gli energy drink contengono in genere fino al 300% in più di caffeina rispetto a bevande come la Coca Cola. E superano anche di sei volte e oltre la quantità di caffeina contenuta in una normale tazzina di caffè espresso (un espresso ha circa 80 milligrammi di caffeina, una lattina di energy drink ne ha spesso oltre 500 milligrammi). Molti giovani, anche in assenza di attività fisica, consumano regolarmente tra due e le tre lattine di energy drink semplicemente per essere più “in forma” durante le uscite serali del week end, cioè è come se bevessero quindici caffè espressi di fila senza saperlo. Con gli evidenti rischi legati all’eccesso di caffeina (che peraltro non di rado è abbinata nella stessa bevanda ad ulteriori sostanze stimolanti che ne potenziano l’effetto), in particolare alterazioni del ritmo cardiaco (che ne sconsigliano quindi il consumo quantomeno alle persone a rischio cardiovascolare), ma anche alterazioni della funzionalità renale e disidratazione (la caffeina ha un forte effetto diuretico).
Un altro problema è legato al fatto che il consumo di energy drink viene spesso abbinato al consumo (quando non all’abuso) di bevande alcoliche. La quasi totalità dei consumatori di energy drink è infatti costituita da adolescenti e giovani adulti fino ai 35 anni, quindi dalla fascia della popolazione che è anche maggiormente incline all’abuso di alcool. L’abuso contemporaneo di caffeina e alcool crea rischi cardiaci e aumenta la probabilità che insorgano sintomi come cefalea, vomito e disequilibrio. Oltretutto il consumo di sostanze eccitanti porta in genere a sottovalutare gli effetti sedativi dell’alcool e a sottostimare il pericolo di mettersi alla guida dopo aver bevuto. In realtà lo stato di ebbrezza determinato dagli alcolici viene solo mascherato, e la concentrazione ematica di alcool non viene certo modificato dalla contemporanea assunzione di caffeina. La fatica e la sonnolenza restano quindi sempre in agguato, e sono destinati perfino ad aumentare una volta che termina l’effetto dell’energy drink. Oltretutto l’esercizio fisico praticato in discoteca abbinato all’abuso di alcool e caffeina porta, soprattutto d’estate, al serio rischio di andare incontro a forme anche importanti di disidratazione.
Il Comitato nazionale per la sicurezza alimentare invita quindi ad “attrezzarsi per contrastare l’eventuale diffusione anche in Italia degli energy drinks, acquistabili anche online, in particolare nelle fasce di popolazione più deboli, come gli adolescenti”.
(Luigi Torriani)