La tendenza è generale: mentre sul fronte dei consumi interni il piatto piange (e si arricchiscono soltanto i gestori di discount…), sul fronte delle esportazioni l’agroalimentare Made in Italy continua a crescere, e permette di compensare almeno in parte i numeri sempre più preoccupanti delle vendite in Italia (numeri che si possono condensare nel dato delle 50.000 aziende agricole che hanno chiuso nel 2011, e delle 13.000 che hanno chiuso nel solo primo trimestre 2012). Ottimo in particolare l’export dei formaggi, che nel 2011 ha chiuso con un +15% in valore rispetto all’anno precedente.
Il dato Istat generale parla di un export alimentare a +9% per il 2011 (e a 30 miliardi di fatturato, il massimo mai registrato nella storia). Con due prodotti di punta: i vini e i formaggi (ma sono in forte crescita anche i salumi, nonostante il caso Canada e il caso Argentina). I vini italiani, oltre a essere abbondantemente premiati nelle maggiori rassegne internazionali di settore, sono ad oggi i vini più bevuti nel mondo. E nel 2011 hanno avuto un export da record di oltre 4,4 miliardi di euro.
I formaggi (i prodotti ahimè più colpiti dal terremoto emiliano) non sono da meno. Già i dati diffusi a settembre 2011 parlavano di un export eccezionale, e segnalavano, per la prima volta, il sorpasso storico sui formaggi francesi. Ora i dati Assolatte per l’intero 2011 incoraggiano ulteriormente all’ottimismo. Nel 2011 sono state esportate più di 282.000 tonnellate di formaggi italiani, pari al 28% della produzione nazionale. I più importanti mercati di sbocco sono – nell’ordine – la Francia (che rappresenta il 21% del mercato complessivo, e che cresce del 9,6%), la Germania (13% delle esportazioni di formaggi italiani), gli Stati Uniti (10% dell’export caseario tricolore), il Regno Unito (in continua crescita, ormai vicino al dato statunitense), e la Svizzera (che è da record per consumo pro capite di formaggi italiani, oltre 2 chili annui per abitante). Il fatturato (tra latte, burro, formaggi e yogurt) è di 15 miliardi (2 miliardi circa per i soli formaggi), e l’export di formaggi – rispetto al 2010 – è a +3,8% in volume e +15% in valore.
(Luigi Torriani)