Cresce l’export di salumi italiani, compensando il calo delle vendite sui mercati interni. Un caso particolare di una tendenza più generale che è in atto da tempo in tutto il settore agroalimentare: in Italia si vende sempre di meno; sui mercati esteri si vende sempre di più. Per fortuna esportiamo alla grande, perché gli italiani non hanno più soldi da spendere…
Nel 2011 hanno chiuso 50.000 aziende agricole, e nei primi mesi del 2012 ha già chiuso i battenti 13.000 imprese agricole. Numeri tutt’altro che incoraggianti, che tuttavia sarebbero ben peggiori se non ci fosse la continua crescita delle esportazioni agroalimentari a tenere in piedi il settore (a parte i discount, che ovviamente godono di ottima salute…). Prendiamo per esempio il caso del vino. I vini italiani sono i più premiati e i più venduti nel mondo, e nel 2011 hanno avuto un export da record da 4,4 miliardi di euro. Nel frattempo il consumo di vini sul mercato interno italiano è in continuo calo. La tendenza comunque è generale, e non riguarda soltanto i vini. Nel 2011 le esportazioni di prodotti alimentari sono cresciute del 9% rispetto al 2010, attestandosi sulla cifra eccezionale di 30 miliardi. Volano in particolare le esportazioni di formaggi italiani, con un export in continua crescita che li colloca ormai davanti ai formaggi francesi. Peccato solo che i migliori formaggi italiani – il Parmigiano Reggiano e il Grana Padano – siano stati i prodotti alimentari più colpiti dal terremoto emiliano.
Proprio dalla cosiddetta Food Valley italiana (la zona a cavallo tra Emilia e Lombardia che da sola vale il 10% del Pil agricolo nazionale) arriva uno dei milgiori prosciutti italiani, il Prosciutto di Parma, le cui esportazioni sono in continua crescita nonostante la piaga dell’Italian Sounding (con il caso clamoroso del prosciutto canadese) e le misure protezionistiche adottate di recente da alcuni Paesi (l’Argentina – addirittura – ha bloccato le importazioni di prosciutto Made in Italy!). Il dato generale, diffuso in questi giorni dall’Assica (l’Associazione industriali delle carni e dei salumi aderente a Confindustria) segnala per il 2011 una crescita delle esportazioni di salumi del 6,8%, che fa seguito a un 2010 già eccezionale per l’export (export che ha toccato il record storico di 1 miliardo e 40 milioni di euro). Nel frattempo, sul mercato interno, i consumi scendono dell’1,9%, un dato più contenuto rispetto ad altri settori ma comunque significativo. Peraltro – e questo è davvero paradossale – tre prosciutti su quattro venduti in Italia sono spacciati per italiani ma sono in realtà prodotti con carne straniera (e analoghe truffe ai danni dei consumatori proliferano per pomodori e derivati, olive e olio, latte e formaggi, con il caso clamoroso del pecorino rumeno, per funghi e pesce, ecc.).
(Luigi Torriani)