Il Mediterraneo (e in particolare l’Adriatico) si sta sterilizzando. E il recente report di Ocean 2012 ha indicato precisamente in che misura gli stock ittici europei sono sovrasfruttati e quali sono i pesci a rischio estinzione la cui pesca va assolutamente bloccata. Il problema è che spesso i pescatori non rispettano neppure le (insufficienti) regole che già ci sono.
A partire dalla cosiddetta bozza Tremonti si sono intensificate le misure legislative in difesa dell’ecosistema dei nostri mari. Per ogni area vengono stabiliti ciclicamente dei fermo pesca, ci sono specie ittiche la cui pesca è totalmente vietata e ci sono pesci la cui pesca è consentita soltanto in alcuni periodi dell’anno. Inoltre a partire dal primo gennaio 2012 è entrata in vigore in tutta l’Unione Europea la cosiddetta licenza a punti per la pesca. Il meccanismo è semplicissimo e assomiglia alla patente a punti che è entrata in vigore per tutti gli automobilisti a partire dal primo luglio del 2003. In sintesi: ogni pescatore va incontro a una perdita di punti ogniqualvolta infrange una qualsiasi regola Ue sulla pesca (e ad ogni regola infranta corrisponde una precisa perdita di punti, per esempio: meno 5 punti per la pesca di esemplari sottotaglia, meno 6 punti per il mancato rispetto della distanza minima dalla costa, meno 4 punti per l’uso di reti o attrezzi non regolamentari). Quando si è arrivati a 18 punti persi la licenza viene sospesa per due mesi, a 36 punti per quattro mesi, a 54 punti per otto mesi, a 72 punti per dodici mesi. Se si arriva a 90 punti c’è il ritiro della licenza di pesca. Si possono cancellare i punti tornando a zero se passano tre anni dall’ultima infrazione commessa.
Come sta andando? Da subito i pescatori italiani hanno accolto tra le proteste le nuove norme, considerate troppo severe. Anche perché arrivaano in un momento drammatico per il comparto ittico italiano, già piegato dal caro gasolio, dall’introduzione dell’ Iva al 10% sul carburante dei pescherecci, dalla liberalizzazione del commercio tra Ue e Marocco, e da un fish dependence day già arrivato al 21 aprile. È evidente tuttavia che la situazione della pesca in Italia potrà migliorare soltanto se si rispettano le norme lasciando il tempo ai nostri mari di riprendersi dal sovrasfruttamento e di ripopolarsi.
I dati di inizio 2012 erano positivi e parlavano di un calo di oltre il 50% dei prodotti ittici sequestrati e delle sanzioni amministrative e penali (a fronte di un numero analogo di controlli rispetto ai primi due mesi dell’anno precedente). Tra aprile e maggio c’è stata però una ripresa delle infrazioni, con alcuni casi eclatanti di violazione delle norme. Nel napoletano (a Varano) è stato scoperto e sanzionato un noto ristorante che continuava a utilizzare i datteri di mare, mollusci bivalvi ultraprotetti la cui pesca in Italia è vietata addirittura dal 1996. A Tronchetto (Venezia) la Guardia Costiera ha sequestrato al mercato ittico addirittura 300 chili di cannolicchi, pregiati molluschi in conchiglia per i quali al momento è però previsto il fermo biologico (e quindi il blocco della pesca) per consenire il ripopolamento nell’Adriatico e nel Tirreno. A Cefalù la Squadra Nautica di Palermo ha sequestrato ben 625 chili di tonno rosso siciliano (valore oltre 600.000 euro), specie sempre più a rischio la cui pesca è severamente regolamentata e che era stato pescato da un peschereccio che non aveva i regolari permessi rilasciti dalle autorità marittime. Nel frattempo a Cetraro, in Calabria, sono stati sequestrati 80 chili di bianchetti, pregiato novellame la cui pesca è consentita in Italia soltanto previa autorizzazioni in deroga (che però di fatto non sono state più concesse negli ultimi due anni). Sui bianchetti la battaglia contro i trasgressori è ormai senza esclusione di colpi. Chi li pesca o li vende rischia la pena dell’arresto da 2 mesi a 2 anni oppure l’ammenda da 2.000 a 12.000 euro, oltre alla pena accessoria della sospensione dell’attività da 5 a 10 giorni se si tratta di un esercizio commerciale. Addirittura, a marzo, c’è stato il caso Montalbano, con il Commissario europeo per la pesca Maria Damanaki che ha chiesto a Camilleri di togliere i bianchetti dalla dieta del famoso commissario protagonista dei suoi libri…
(Luigi Torriani)