C’è la Crisi ma non tutti piangono, anzi. La Gdo va benissimo, e in particolare i discount, che non hanno mai venduto così tanto come negli ultimi mesi. Un trionfo della spesa low cost in cui al risparmio – come fa notare la Coldiretti – si accompagna spesso un preoccupante scadimento della qualità dei prodotti.
La Grande Distribuzione è sempre più padrona del mercato, e puntando tutto su sconti e prezzi bassi aumenta ulteriormente i fatturati anche (e anzi: proprio) in un periodo di crisi epocale come quello che stiamo vivendo, con una riduzione continua del potere d’acquisto delle famiglie italiane. Nel frattempo la Grande Distribuzione lascia sempre più sul lastrico i produttori e gli agricoltori, perseverando con i ritardi cronici nei pagamenti e riducendo sempre di più i prezzi pagati all’origine. Una politica disastrosa per il sistema agroalimentare italiano ma ovviamente assai remunerativa per chi la pratica.
Già i dati 2011 per i discount parlavano chiaro: +25% nel giro di clienti e +2,9% nelle vendite rispetto al 2010. Con una crisi, in parallelo, dei negozi tradizionali (mentre i classici supermercati tengono e talvolta incrementano gli incassi). Ora i dati Istat di inizio 2012 segnalano un aumento record del 4,6% della spesa low cost nei discount. Oggi tra le famiglie a basso reddito un nucleo famigliare su cinque (il 20%) fa la spesa esclusivamente o quasi esclusivamente nei discount (sei anni fa eravamo al 10%, cioè alla metà), e gli acquisti alimentari al risparmio sono sempre più diffusi anche nel ceto medio.
Una tendenza – questa – che, al di là di ogni altra considerazione, certamente segnala un concomitante regresso nella qualità alimentare dei pasti degli italiani, come segnala la Coldiretti in questo breve comunicato stampa a commento dei dati Istat: “alla tendenza da parte di un crescente segmento della popolazione ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount corrisponde spesso anche una bassa qualità, con il rischio che il risparmio sia solo apparente. Risparmiare oltre un certo limite sul cibo può, infatti, significare nutrirsi di alimenti che possono avere contenuto scadente con effetti negativi sul piano nutrizionale, sulla salute e sul benessere delle persone”.
(Luigi Torriani)