Nel 2011 hanno chiuso 50.000 aziende agricole, il 6% di tutte le imprese agricole italiane (che sono circa 829.000). Numeri impressionanti che tuttavia potrebbero ulteriormente peggiorare per il 2012. Che è iniziato malissimo: secondo i dati Cevdet sui fallimenti nel primo trimestre 2012 hanno chiuso 13.335 imprese agricole.
L’ Osservatorio Crisi d’Impresa di Cevdet Group presenta e analizzza con cadenza trimestrale l’andamento delle imprese italiane in tutti i settori merceologici, segnalando tutti i fallimenti e le altre procedure concorsuali. Dagli ultimi dati Cevdet l’agricoltura si segnala come il settore produttivo con il peggior saldo negativo di tutta l’economia italiana, con 13.335 aziende agricole in meno nel solo primo trimestre 2012. L’anno in corso potrebbe dunque essere ricordato, se la tendenza continua, come il peggiore periodo del settore agricolo italiano negli ultimi decenni.
Già il 2011 era stato un anno pessimo, con un pesante calo dei consumi interni solo parzialmente compensato dalla crescita dell’export agroalimentare, con la psicosi da Escherichia Coli che a giugno ha determinato un calo medio del 20% nel consumo di ortofrutta, con la drastica diminuzione dei prezzi pagati ai produttori ortofrutticoli (la frutta viene ormai pagata praticamente la metà rispetto a dieci anni fa, mentre i pastori vendono il latte sottocosto). Nel frattempo il governo Monti sta cercando in qualche modo di mettere un freno allo strapotere della Gdo sulla questione dei pagamenti in cronico ritardo.
Ma proprio il governo Monti ha introdotto la stangata dell’ Imu, peggiorando ulteriormente un 2012 che già era iniziato malissimo fin da subito, con lo sciopero dei tir (danno da 200 milioni di euro per la filiera) e con il maltempo (danni all’agroalimentare italiano per almeno 500 milioni di euro). Nel frattempo i prezzi all’origine pagati ai produttori agricoli continuano a scendere, mentre il mercato della contraffazione alimentare è in continua crescita (e secondo Coldiretti determina danni per 164 milioni di euro al giorno). Le vendite di frutta e verdura sono in continuo calo, così come le vendite di vino sul mercato interno, mentre aumentano le tasse e a breve potrebbe arrivare anche la tassa sui junk food. Nel frattempo si sta lavortando alla nuova Pac, che al momento prevede il taglio di 1,4 miliardi di euro all’agricoltura italiana.
Questo il commento di Coldiretti ai dati Cevdet: “l’agricoltura è il settore produttivo che ha il peggiore saldo negativo, con la perdita di 13.335 imprese nel primo trimestre dell’anno. A pesare, insieme alle difficoltà di mercato, sono l’aumento dei costi e la stretta creditizia nei confronti delle imprese. A marzo i prezzi pagati agli agricoltori sono scesi in media del 2,3 per cento rispetto allo scorso anno, con crolli per olio di olia (21,4 per cento), frutta (13 per cento), cereali (12 per cento) mentre si è verificato un aumento dei costi a partire da quelli energetici come il gasolio e la benzina. Il credit crunch ha colpito anche i campi dove sei imprese agricole su dieci hanno difficoltà ad accedere al credito, con il costo del denaro in agricoltura che ha raggiunto il 6 per cento e risulta superiore del 30 per cento a quello medio del settore industriale. Una situazione di difficoltà chesi aggiunge agli effetti dei danni da maltempo e anche alle preoccupazioni per l’applicazione della nuova Imu”.
(Luigi Torriani)