Coldiretti risponde a Renzo Bossi. Quando il Trota, dopo lo scandalo Belsito e le dimissioni da consigliere regionale, ha dichiarato che il suo futuro sarà “da muratore o da agricoltore”, tutti hanno preso le sue parole come una semplice boutade. Tutti tranne la Coldiretti, che prende spunto da questa dichiarazione per invitare i giovani italiani a scegliere la strada dell’agricoltura, e che risponde a Bossi Jr. con un comunicato stampa.
“Voglio fare il muratore o l’agricoltore”. Così si è espresso Renzo Bossi intervistato da Vanity Fair. Il motivo? “Per stare un po’ all’aria aperta”. Un’aspirazione – quella del Trota – che oggi è condivisa da una percentuale sempre più esigua di giovani italiani. Non sappiamo quante persone in Italia abbiano oggi il sogno nel cassetto di fare il muratore. Certamente, pur essendo tradizionalmente non pochi rispetto alla media europea, sono in continua diminuzione gli italiani che cercano un impiego in agricoltura. È vero che secondo i dati Istat nel 2011 l’agricoltura ha perso 40.000 occupati in pochi mesi (-4,6%). Ma è anche vero che di recente, per i lavori agricoli stagionali, la Coldiretti ha dovuto sollecitare una ridefinizione delle quote d’ingresso sull’immigrazione per la mancanza di almeno 35.000 lavoratori stagionali per la raccolta di frutta e verdure. D’altronde (dati Istat) nelle campagne italiane ormai quasi un lavoratore su dieci è immigrato. E gli imprenditori agricoli sono alla prese non solo con la crisi e quindi con la contrazione dei consumi, ma anche con la stangata dell’Imu, con la continua riduzione dei prezzi all’origine pagati agli agricoltori dai grossisti, con i cronici ritardi della Gdo nei pagamenti, e con tutta una serie di fattori contingenti che nel 2011 sono stati particolarmente negativi (psicosi da Escherichia Coli, maltempo, sciopero dei tir). Nel 2011 in Italia hanno chiuso oltre 50.000 aziende agricole, il 6% del totale nel giro di un anno. Altro che lo “stare un po’ all’aria aperta” delle bucoliche dichiarazioni di Renzo Bossi! Eppure la Coldiretti ha scorto nelle parole del Trota un possibile spunto per invitare i giovani italiani a non abbandonare l’agricoltura.
Questo il comunicato stampa affidato alle parole di Vittorio Sangiorgio, delegato dei giovani della Coldiretti: “Per trasformare il sogno di diventare contadino in realtà concreta occorrono molte conoscenze ambientali, sociali ed economiche che siamo impegnati ad offrire ai tanti giovani che intendono intraprendere questa professione. Fa piacere il desiderio di Renzo Bossi di diventare agricoltore. Una scelta che richiede molto impegno, ma che oggi consente di realizzare qualche cosa di veramente concreto e di esprimere tanta creatività vivendo a contatto con la natura. L’agricoltura italiana conta più di 65.000 imprese guidate da under 35, il 10% dell’imprenditorialità giovane del Paese, al terzo posto dopo i settori del commercio e delle costruzioni. In valore assoluto l’Italia può contare, assieme a Germania e Spagna, su una delle presenze più elevate di giovani agricoltori. Il difficile passaggio generazionale non ha impedito ai giovani di essere pionieri o motori essenziali delle trasformazioni che negli ultimi anni hanno dato o restituito all’agricoltura rinnovato appeal economico e sociale. I giovani che sono impegnati in agricoltura rispetto alla media dimostrano infatti una maggiore voglia di investire: la metà dei giovani cerca di espandere la sua attività, con il 78% che investe – anche di fronte alla crisi – sul miglioramento dei prodotti aziendali. Ma i giovani dimostrano in agricoltura anche una maggiore capacità di presidiare il mercato attraverso nuove formule commerciali come la vendita diretta, che coinvolge l’80% dei giovani. Infine a fronte di una superficie media delle imprese agricole nazionale di 7,9 ettari, solo l’8% delle giovani imprese agricole si colloca nella classe dimensionale inferiore ai 10 ettari e più del 18% ne possiede almeno 50, sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Istat ed Eurostat”.
(Luigi Torriani)