Nel 2011 hanno chiuso in Italia 50.000 aziende agricole. E nel primo trimestre del 2012 le aziende agricole che hanno chiuso (dati Coldiretti) sono 28.300, cioè in tre mesi già più della metà dell’intero 2011, che già era stato un anno catastrofico. Una situazione tragica che ha molte cause, tra le quali il continuo – inarrestabile – crollo dei prezzi alla produzione.
Il 2012 è iniziato malissimo per gli agricoltori italiani, non solo per la crisi generale che stiamo vivendo ma anche per dei fattori specifici e contingenti: lo sciopero dei tir (spreco di 100.000 tonnellate di cibo, 200 milioni di danni per la filiera agroalimentare); il maltempo (almeno 500 milioni di danni per l’agroalimentare italiano). Come se non bastasse sono in arrivo l’Imu (stangata per le imprese agricole italiane che sarà attorno al miliardo di euro), e dal 2013 la nuova Pac (taglio di 1,4 miliardi di euro all’agricoltura italiana).
Nel frattempo – mentre il mercato delle truffe alimentari è in continua crescita – i prezzi pagati al produttore agricolo sono sempre più bassi. Non solo c’è un ritardo cronico dei pagamenti da parte della Gdo (problema cui il governo Monti sta cercando di porrem rimedio). Il problema è anche che i pagamenti all’origine sono praticamente in picchiata. La scorsa estate Coldiretti aveva segnalato la tragica situazione degli imprenditori agricoli del settore ortofrutticolo, che arrivavano a vendere sottocosto o addirittura a lasciare la frutta e la verdura nei campi (le pesche e le nettarine, per esempio, nel 2011 sono state pagate all’agricoltore la metà rispetto a quanto venivano pagate dieci anni fa). E un discorso analogo vale per i pastori del Centro Italia, con il latte di pecora che è ormai sottopagato. Oggi, nei primi mesi del 2012, mentre continua il preoccupante calo delle vendite di frutta e verdura, l’aumento esponenziale del divario tra il prezzo al pubblico e il prezzo pagato al produttore prosegue, in particolare per il riso (prezzi alla produzione calati del 30%), per l’olio (21,4% in meno), per la frutta (13% in meno), e per i cereali (12% in meno).
Questo il commento di Coldiretti: “crollano i prezzi alla produzione per olio di oliva (-21,4 per cento), frutta (-13 per cento) e cereali (-12 per cento), ma in grave difficoltà è anche il riso in calo del 30 per cento (dati Istat sui prezzi alla produzione). Complessivamente a marzo 2012 nel settore agricolo si registra una flessione del 2,3 per cento delle quotazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A diminuire -sono però soprattutto i prezzi delle produzioni vegetali che fanno registrare un calo de 6,4 per cento, mentre un leggero aumento si rileva per quelle di allevamento che con una crescita del 2,4 per cento restano comunque ben al disotto sotto del tasso medio di inflazione. Prezzi in calo del 2,1 per cento alla produzione anche per il latte e derivati, mentre aumentano le quotazioni degli animali da carne che devono però scontare un forte rincaro nei costi di produzione. Le difficoltà di mercato, l’aumento dei costi e la stretta creditizia hanno favorito la chiusura di 28.300 le aziende agricole nel primo trimestre del 2012. Il credit crunch ha colpito anche i campi ,dove sei imprese agricole su dieci hanno difficoltà ad accedere al credito, con il costo del denaro in agricoltura che ha raggiunto il 6 per cento e risulta superiore del 30 per cento a quello medio del settore industriale. Una situazione di difficoltà che si aggiunge agli effetti dei danni da maltempo e alle preoccupazioni per l’applicazione della nuova Imu”.
(Luigi Torriani)