L’Unione europea ha riconosciuto la Cinta senese come Dop, con pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Comunità Europea datata 13 marzo 2012. Dato che l’entrata in vigore in questi casi è fissata dopo 20 giorni, la celebre carne toscana è ufficialmente un prodotto a Denominazione di origine protetta a partire dal 2 aprile. Un’ottima notizia per l’agroalimentare italiano, che aumenta ulteriormente le sue eccellenze toccando quota 241 denominazioni riconosciute a livello europeo.
Dop (Denominazione di origine protetta) è il marchio attribuito dall’Unione Europea a prodotti alimentari di particolare pregio le cui qualità e caratteristiche sono totalmente legate a uno specifico e limitato territorio di produzione (clima, ambiente, tecniche di produzione tradizionali), e previo il rispetto di tutta una serie di regole specificate nel disciplinare di produzione. Igp (Indicazione geografica protetta) è un altro marchio di tutela giuridica rilasciato dall’Unione Europea ai prodotti tipici sula base di criteri meno stringenti rispetto a quelli dei Dop (si parla di una sola determinata qualità o caratteristica del prodotto che deve essere legata a una determinata area geografica, e il legame con l’area geografica può avvenire anche in un una sola fase del processo produttivo, produzione o trasformazione o elaborazione, purché la fase in questione sia decisiva per la qualità di pregio che rende Igp il prodotto).
L’importanza commerciale dei riconoscimenti Dop e Igp è evidente, e le esportazioni agroalimentari da record del Made in Italy (+9% nel 2011) sono legate in buona parte all’immagine dei prodotti italiani come prodotti di alta qualità, certificati come tali a livello europeo. Non per caso sulla questione del riconoscimento Igp ai pizzoccheri è in atto da anni una feroce battaglia tra la provincia di Sondrio (che vorrebbe avere il monopolio dell’Igp) e la provincia di Bergamo (che vorrebbe allargare il territorio di produzione), con il risultato di aver protratto all’infinito l’iter burocratico (che dovrebbe comunque concludersi entro l’inizio del 2013). Nel frattempo, con il riconoscimento della Cinta senese, tra Dop e Igt l’Italia è arrivata a 241 denominazioni (qui l’elenco integrale).
La cinta senese è un suino di media taglia, con cute nera, setole nere poco folte, e una caratteristica fascia bianco rosata (la “cinta”, la “cintura”) che cinge torace, spalle, garrese e arti anteriori. Il grifo è più allungato e stretto rispetto alle altre razze di maiali, e la coda con pennacchio di setole in fondo è quasi sempre portata senza ricciolatura. Le orecchie sono di piccola dimensione, dirette in avanti e tendenti verso il basso, a coprire gli occhi dai rovi e dalle sterpaglie. Questa razza è presente in Toscana da tempi antichissimi e la si trova in diverse rappresentazioni arstistiche, per esempio negli Effetti del Buongoverno (1338-40) di Ambrogio Lorenzetti, situato nel Palazzo Comunale di Siena. La denominazione di origine protetta “Cinta senese” è riservata alle carni provenienti dai suini da carne di razza cinta senese allevati allo stato brado/semi-brado e derivanti da soggetti provenienti da accoppiamenti di suini entrambi iscritti nel registro anagrafico e/o libro genealogico del tipo genetico “Cinta senese”.
Questo il commento del ministro delle Politiche agricole Mario Catania: “il riconoscimento dell’Unione europea è una buona notizia per l’agroalimentare italiano. Il lavoro degli allevatori e dei produttori senesi che nei secoli hanno selezionato una razza robusta e in grado di utilizzare quasi esclusivamente le risorse naturali tipiche dell’ambiente toscano è stato giustamente premiato. La Cinta senese è certamente una delle eccellenze del Made in Italy”. ”Si conclude così, felicemente – ha spiegato l’assessore all’agricoltura della Regione Toscana Gianni Salvadori – il lungo percorso che ha portato al riconoscimento della Dop per questa razza di suini autoctoni della Toscana. Una razza particolarmente antica e famosa da sempre in Toscana, pregiata per la qualità organolettica e nutrizionale delle sue carni, che viene allevata al pascolo, ma che aveva rischiato seriamente l’estinzione. È stato proprio il lavoro congiunto degli allevatori, insieme alla Regione, alla provincia di Siena e a tutti gli enti preposti a permettere di nuovo la diffusione di questo suino e la valorizzazione dei prodotti derivati dalle sue carni. Ora il riconoscimento ufficiale della Dop corona questo lavoro”.
(Luigi Torriani)