La nuova grande frontiera dell’agroalimentare italiano è costituita dai giganteschi mercati asiatici emergenti, soprattutto India e Cina. Il 2011 è stato un anno da record per l’export di cibi e bevande italiane in Cina, con lo sbarco della birra Menabrea a Hong Kong e con un +30% rispetto al 2010 (totale 248 milioni di euro, con l’exloit clamoroso dello spumante a +235%). Ma non c’è solo l’export. Un altro grande obiettivo è attirare il più possibile i nuovi grandi ricchi asiatici in Italia come turisti enogastronomici. Una buona notizia, e un primo passo su questa strada, arriva dall’India, dove la Lonely Planet Magazine ha inserito l’Italia, per la prima volta nell’edizione 2012, come “Best destination for food and drink”.
L’Italia è il Paese per eccellenza del turismo enogastronomico. E in particolare è fondamentale l’aspetto del vino, soprattutto dopo un 2011 che ha visto l’export enologico raggiungere il record storico di 30 miliardi di euro di fatturato. Il vino italiano è ad oggi il più bevuto nel mondo, e i migliori vini italiani (qui la classifica di Wine Spectator) sono ormai ampiamente conosciuti fuori dai confini nazionali. Anzi: le esportazioni di vino hanno ormai superato in Italia i consumi interni. Mentre gli italiani – complice la crisi – consumano sempre meno vino (secondo i dati Assoenologi il consumo pro capite di vino in Italia è stato nel 2011 di circa 40 litri a testa, mentre negli anni ‘70 eravamo intorno ai 120 litri…), nel frattempo gli Stati Uniti emanano leggi in difesa del Prosecco, le esportazioni di vini italiani tra Usa, Germania e Regno Unito (i tre maggiori mercati di sbocco) viaggiano sui due miliardi e mezzo di euro all’anno (948 milioni gli Stati Uniti, 919 milioni la Germania, 519 milioni il Regno Unito, dati 2011), l’export di vini italiani in Russia cresce del 50% in un anno, e la Cina importa vini italiani per 67 milioni di euro (+67% nel 2011, +235% gli spumanti).
Poi c’è l’aspetto del turismo enogastronomico sul suolo italiano. La recente indagine del Movimento Turismo Vino su Il volto dell’enoturista oggi ha mostrato un settore in crescita, e ha indicato l’asset strategico sul quale puntare nell’offerta integrata di cultura, paesaggio, eventi e food & beverage. Se la cultura e i paesaggi italiani non hanno certo bisogno di presentazioni, è fondamentale far conoscere sempre di più i cibi e le bevande italiane nel mondo, soprattutto sui nuovi mercati orientali. Per questo sono fondamentali i riconoscimenti internazionali. Nel 2010 la Dieta Mediterranea è stata riconosciuta dall’Unesco Patrimonio immateriale e culturale dell’Umanità (ma è fallita la candidatura al bollino Unesco della pizza napoletana, battuta dai liutai…).
Ora è la volta del riconoscimento Lonely Planet. La Lonely Planet Magazine in edizione indiana 2012 ha indicato l’Italia come la miglior destinazione mondiale per cibi e bevande (“Best destination for food and drink”). Un risultato frutto dell’impegno dell’Ufficio Enit (l’Agenzia nazionale del turismo italiano) di Mumbai per avvicinare all’enogastronomia italiana il pubblico indiano, storicamente poco incline al consumo di cibi non indiani. Questo il commento del direttore Enit Paolo Rubini: “gli educational tour dedicati ad operatori e giornalisti promossi da Enit in collaborazione con le regioni, il lavoro costante per attrarre l’attenzione sul mondo dell’enogastronomia italiana, fatto di tradizioni e ricerca, sono riusciti a sviluppare in India, un interesse intorno ai sapori della nostra cucina già Patrimonio immateriale dell’umanità.
Grazie a questo importante riconoscimento, proveniente dalla più nota ed importante rivista in ambito turistico, l’Italia diventa per il turista indiano, una meta di viaggio dove arte e cultura si combinano ai piaceri e alle tradizioni di una tavola in grado di servire piatti straordinari acquisendo su questo importantissimo mercato una nuova brand label“.
(Luigi Torriani)