Sono i consumi sul mercato interno che vanno malissimo. L’export agroalimentare è invece tutt’altro che in crisi. Con un fatturato generale che ha raggiunto nel 2011 (dati Istat) i 30 miliardi (record storico), con una crescita in valore del 9%. Con i formaggi italiani che per la prima volta superano i formaggi francesi, e soprattutto con i vini italiani, con un export enologico che nel 2011 ha superato la cifra di 4,4 miliardi di euro, mentre il consumo di vino in Italia continua a scendere. Il futuro dei produttori di vino italiani è sempre più sui mercati esteri.
Dal punto di vista delle esportazioni, il comparto vitivinicolo italiano è tutto tranne che in crisi. E i dati Istat completi per il 2011 (dati diffusi a marzo 2012) vanno oltre le più rosee aspettative. Il valore dell’export enologico italiano ha raggiunto nel 2011 la cifra record di circa 4,4 miliardi di euro (per la prima volta vengono superati i 4 miliardi). Con un incremento di circa il 13% in valore e del 9% in volume rispetto al 2010. Totale: 24 milioni di hl di vino italiano esportato nel 2011 in tutto il mondo. Un dato che rende il vino italiano il più bevuto nel mondo, davanti al vino francese.
Le tre nazioni dove più si beve vino italiano sono gli Stati Uniti, la Germania e il Regno Unito. In termini di valore la classifica è questa: davanti gli Stati Uniti (con 948 milioni di euro di vino italiano importato nel 2011), seguiti dalla Germania (919 milioni di euro), con al terzo posto il Regno Unito (dove ultimamente funziona anche la birra italiana), che nel 2011 ha importato vini italiani per un totale di 509 milioni di euro. Se invece si guarda la classifica dal punto di vista della quantità di vino importato, Germania (716.000 hl) e Regno Unito (338.600 hl) risultano davanti agli Stati Uniti (297.300 hl). Tra i vini che hanno registrato nel 2011 i maggiori trend di crescita spicca soprattutto il Prosecco, che ha da poco ottenuto una rafforzata tutela legislativa sul mercato americano e che proprio negli Stati Uniti ha aumentato del 17% le vendite nel 2011.
Ormai nel caso del vino l’export ha superato i consumi interni. Le esportazioni continuano a salire, i consumi interni continuano a scendere. Ed è così non solo in Italia ma anche negli altri due grandi Paesi europei produttori di vino: Francia e Spagna. In Italia il consumo pro capite di vino (dati Assoenologi) è stato nel 2011 di circa 40 litri a testa, mentre negli anni ‘70 eravamo intorno ai 120 litri. In Francia le statistiche 2010 parlano di 45,4 litri di vino a persona, con un calo del 30% in 20 anni (dati Insee-Istituto nazionale di statistica francese). In Spagna (dati dell’Observatorio español del mercado del vino) dal 1980 al 2010 i consumi di vino sono scesi da 50 a 18 litri per persona all’anno. Poi c’è l’export, che nel 2011 è stato da record per tutti: per l’Italia, che come si è detto ha superato per la prima volta i 4 miliardi di euro in valore e ha segnato un incremento del 13% sul 2010, ma anche per la Spagna (+26,3% sul 2010, per un totale di 2,2 miliardi di euro) e per la Francia (+10,7% per un totale di 10,1 miliardi di euro di alcolici esportati, di cui 7 di vino). L’unico produttore mondiale di rilievo che cresce sia consumi sia nelle esportazioni sono gli Stati Uniti, con 21,7% di export di vino nel 2011 sul 2010 (totale 1,39 miliardi di dollari), e con un consumo interno pro capite che è in continua crescita e che è ormai vicino ai 10 litri all’anno.
Il consumo di vino mondiale, secondo un’analisi di International wine & spirits research, è previsto in crescita del 6,2% da qui al 2015, trainato dai nuovi Paesi emergenti che tradizionalmente non sono nè grandi consumatori nè produttori di vino, dall’India al Brasile alla Russia (+50% di export di vino italiano nel 2011) alla Cina (addirittura +87% nelle esportazioni di vino italiano nel 2011 sul 2010).
(Luigi Torriani)