Mentre le associazioni ambientaliste esultano per la crisi nera degli Ogm in Europa, arriva la notizia dell’imminente cottura del primo hamburger artificiale, prevista per ottobre 2012. E sarà interessante vedere come reagiranno animalisti e ambientalisti. Tratteranno la scoperta come qualcosa di innaturale e pericoloso (come gli Ogm), o metteranno l’accento sulla possibilità di ottenere carne senza uccidere gli animali? Al di sotto (o al di sopra…) delle dispute filosofiche sta al momento il lievissimo dettaglio del prezzo: l’hamburger artificiale dovrebbe costare all’incirca 250.000 euro…
Quando la notizia ha cominciato a diffondersi, a settembre 2011, si accennava agli studi di un gruppo di scienziati olandesi sulla carne artificiale e si parlava di un eventuale costo stimato in 220.000 euro ad hamburger. Mancava ancora, peraltro, la certezza che al risultato si sarebbe effettivamente arrivati. Ora è arrivato l’annuncio ufficiale del dottor Mark Post, direttore del dipartimento di fisiologia dell’Università di Maastricht, in Olanda: l’hamburger artificiale è quasi pronto e dovrebbe costare attorno ai 250.000 euro. Non solo: ad ottobre l’hamburger sarà cucinato dal grande chef britannico Heston Blumenthal, celebre per le sue ricette di cucina molecolare.
Ma che cos’è l’hamburger artificiciale? Il cosiddetto hamburger artificiciale è in pratica un insieme di strisce di tessuto animale (delle dimensioni di pochi centimetri) ottenute attraverso la coltivazione in provetta di cellule staminali embrionali della mucca (e fin qui, trattandosi di mucche, nessuno – neanche la Chiesa Cattolica – dovrebbe sollevare problemi etici sull’uso degli embrioni…). La consistenza è molle, il colore è grigio (non c’è sangue), e il prodotto è inferiore per caratteristiche alimentari e nutrizionali alla normale carne perché è carente di mioglobina (la proteina che contiene il ferro). Non è ancora chiaro quale possa essere il gusto dell’hamburger, anche perché al momento le leggi europee vietano di consumare materiale ottenuto in laboratorio da tessuti animali.
Quali sono gli scopi del creatore dell’hamburger artificiale, il dottor Mark Post? Lo scopo ufficiale è riuscire a realizzare in futuro una produzione di carne artificiale su larga scala, limitando l’uccisione degli animali, e quindi anche gli allevamenti intensivi (fonti di enormi sprechi e inquinamento). Mark Post, inoltre, ha spiegato che la popolazione mondiale è in continuo aumento (e con essa anche il consumo di carne, come certifica effettivamente l’ultimo rapporto Fao World Livestock), che “nel giro di 40 anni la domanda di carne sarà raddoppiata” e che quindi la possibilità di realizzare carne in laboratorio potrebbe servire per contrastare il problema della fame del mondo, problema che allo stato attuale delle tecnologie è destinato ad aggravarsi sempre di più.
Allo stato attuale, tuttavia, tutto è fermo a un primo hamburger artificiale dal gusto assai dubbio e dal prezzo decisamente proibitivo (si pensi che il dolce più costoso del mondo si “ferma” a 22.000 sterline, cioè circa 25.000 euro, quindi un decimo del costo dell’hamburger in provetta…). In un’epoca in cui sono in calo i filetti e i tagli pregiati perché costano troppo, figuriamoci quanto può interessare alla gente una fetta di carne da 250.000 euro… In attesa comunque di capire come reagiranno le diverse associazioni ambientaliste e animaliste, è già arrivato il durissimo comunicato stampa della Coldiretti che già parla di sondaggi che mostrerebbero la contrarietà degli italiani all’hamburger artificlae. Questo il comunicato stampa di Coldiretti: “Tre italiani su quattro (73 per cento) non mangerebbero l’hambuger in provetta nemmeno se cucinato da uno chef di fama. È quanto afferma la Coldiretti, nel commentare l’annuncio della ‘cottura’ in ottobre del primo hamburger creato a partire da cellule staminali di mucca, sulla base dell’ultima indagine Eurobarometro che evidenzia una diffusa preoccupazione degli italiani nei confronti dell’applicazione di nuove tecnologie ai prodotti alimentari che hanno portato per ultimo alla produzione di carne artificiale in laboratorio. Alle forti perplessità di natura etica si aggiungonoquelle di carattere economico, con un costo stimato in 250mila euro, per il primo hamburger artificiale creato dal dottor Mark Post, direttore del dipartimento di fisiologia dell’Università di Maastricht, nei Paesi Bassi. L’annuncio che l’hamburger verrà cucinato dal top chef britannico Heston Blumenthal, noto per le sue creazioni di gastronomia molecolare, non aumenta l’attrattività del piatto, se si considera che attualmente con la sperimentazione si sono ottenute solo strisce di tessuto lunghe 3 centimetri e meno di mezzo millimetro di spessore, di consistenza molliccia e di colore grigio perche non c’e sangue. La realtà è che nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico fino al latte materno da mucche transgeniche) rimane elevato il livello di scetticismo dei cittadini. Per questo, come hanno dimostrato le esperienze del passato a partire dalla mucca pazza (Bse), le innovazioni in un settore come quello alimentare, particolarmente esposto ai rischi per la salute, devono percorrere la strada della naturalità e della sicurezza”.
(Luigi Torriani)