Il boom dei cibi biologici è una delle poche notizie positive del settore agroalimentare in un periodo di crisi come quello che stiamo attraversando. Un boom che si accompagna a una pesante crisi degli Ogm in Europa che sta facendo brindare la Coldiretti e tutte varie associazioni ambientaliste da Greenpeace in giù. Dai ricercatori statunitensi del NIEHS (National institute of environmental health sciences) di Dartmouth arrivano tuttavia notizie inquietanti sulla presenza di arsenico nel riso e nello sciroppo di riso biologici (quest’ultimo usato come dolcificante in sostituzione dello sciroppo di glucosio e fruttosio in alimenti e bevande per l’infanzia e nelle barrette energetiche per gli sportivi). Se sui cibi non biologici contaminati l’Italia detiene il record di segnalazioni all’Unione Europea, ora dobbiamo guardarci pure dagli alimenti biologici…
Il marchio biologico da tempo non è più di nicchia. E il boom del settore negli ultimi anni è impressionante, soprattutto in Europa. Se nel 2000 l’agricoltura biologica era solo il 3% dell’intera superficie agricola dell’Unione Europea, oggi il biologico è uno dei pochi settori in crescita dell’agricoltura europea, con un incremento annuo del 25% tra il 1993 e il 1998, e del 30% a partire dal 1998. A partire dalla prima normativa comunitaria sull’agricoltura biologica (1992) in Italia oltre diecimila aziende si sono convertite a questo sistema, e nei primi mesi del 2011 (analisi Coldiretti su dati Ismea) l’acquisto di prodotti biologici confezionati in Italia è cresciuto in media del 13% (con un + 97% per la pasta biologica, + 120% per le mozzarelle, + 77% per il latte a lunga conservazione, + 32% per il latte fresco, + 12% per i prodotti ortofrutticoli biologici). Inoltre (dati Cia, Confederazione Italiana Agricoltori) il 65% degli italiani ritiene che il biologico sia più sicuro rispetto ai prodotti convenzionali, e l’Italia è leader europea per numero di operatori impegnati nella filiera dell’agricoltura biologica (45.509 operatori biologici) e per ettari di superficie coltivati con il metodo biologico (1.106.684 ettari). Tutto questo mentre gli Ogm attraversano in Europa un periodo di gravissima crisi, e mentre la multinazionale tedesca Basf ha annunciato in un comunicato stampa l’intenzione di abbandonare qualunque piano di sviluppo e commercializzazione di colture Ogm in Europa, per concentrarsi solo sul mercato americano.
Ed è proprio dagli Stati Uniti che arrivano notizie tutt’altro che lusinghiere sulla sicurezza alimentare di alcuni prodotti biologici. Questi i fatti. Un team di ricercatori del NIEHS (National institute of environmental health sciences) di Dartmouth, guidato da Brian Jackson, ha effettuato una serie di ricerche su prodotti biologici normalmente venduti sul mercato statunitense, e in particolare su prodotti contenenti sciroppo di riso integrale biologico come dolcificante in sostituzione dello sciroppo di glucosio-fruttosio (latte artificiale, cereali, barrette energetiche, bevande e alimenti per l’infanzia). Le analisi sono state eseguite su prodotti acquistati nei negozi americani e via web. I risultati – pubblicati sulla rivista scientifica Environmental Health Perspectives – sono inquietanti, e segnalano tracce di arsenico (sostanza tossica e cancerogena) largamente superiori nei prodotti biologici rispetto a analoghi prodotti dolcificati con glucosio o fruttosio. Un prodotto per l’infanzia (un latte biologico per bambini) addirittura risulta avere una concentrazione di arsenico totale che è sei volte maggiore di quella ammessa per l’acqua (perché possa ritenersi potabile) dalla Epa (United States Environmental Protection Agency), l’ente di protezione ambientale e della salute dei consumatori statunitense.
(Luigi Torriani)