L’Italia si conferma il primo Paese dell’Unione Europea per numero di segnalazioni di cibi contaminati (553 notifiche alla Commissione europea per il 2011). Segno che da noi i controlli funzionano meglio che altrove o ennesima conferma dei problemi di sicurezza alimentare legati alla classica incuria italiana e allo strapotere delle agromafie nel nostro Paese?
Di certo l’Italia, oltre che per le segnalazioni all’Unione Europea, è ai vertici continentali per le frodi alimentari. Frodi che in certi casi sono un semplice inganno (legale o illegale, grave o lieve a seconda dei casi) ai danni del consumatore (olio “italiano” prodotto con olive straniere, mozzarella italiana da latte di importazione, italian sounding, marchi italiani ma con proprietà straniera, falsi prodotti biologici, …), in altri casi sono truffe che pongono anche seri problemi di sicurezza alimentare (pesce “made in Italy” in realtà cinese e scaduto, funghi cinesi e scaduti spacciati per italiani, olio ammuffito venduto come extravergine, emergenza delle mozzarelle blu, …). Tutto questo peraltro non stupisce se si pensa che in Italia le agromafie hanno un giro d’affari da 12,5 miliardi di euro e che in Parlamento si sta cercano di introdurre nella lotta alla contraffazione alimentare gli stessi metodi di indagine utilizzati nel contrasto ai reati di mafia. D’altronde la soglia di attenzione dei consumatori italiani negli ultimi tempi si sta alzando, come mostra l’indagine Adi-Nestlé su Gli italiani e le etichette alimentari. E il fatto che le segnalazioni di cibi contaminati all’Unione Europea risultino in aumento è – da questo punto di vista – un segnale positivo che sembra indicare un crescente impegno delle stesse istituzioni italiane sul fronte della sicurezza alimentare e della lotta alle frodi.
Nel 2011 sono state inviate alla Commissione europea, attraverso il Rasff (il Sistema di allerta rapido comunitario), 3.721 notifiche di cibi contaminati (dati Ministero della Salute). 3.045 notifiche riguardano l’alimentazione umana (erano 2.873 nel 2010), 359 l’alimentazione animale (190 nell’anno 2010) e 311 la migrazione di materiali destinati a venire a contatto con gli alimenti (229 nel 2010). Anche nel 2011, come d’altronde negli anni precedenti, l’Italia risulta il primo Paese europeo per numero di segnalazioni con un totale di 553 notifiche (pari al 14,8% del totale!). Seguono la Gran Bretagna (512) e la Germania (415), davanti a Spagna, Polonia e Olanda.
Quali contaminanti riguardano le segnalazioni? Sul fronte dei contaminanti microbiologici sono ancora molto elevate (e in crescita) le notifiche sulla Salmonella (396 notifiche contro le 338 del 2010), riguardanti in genere casi di alimenti (frutti di mare, carni, uova, salse, creme,…) crudi o poco cotti. Risultano in aumento anche il numero delle segnalazioni per la Listeria (specialmente in salmone affumicato, carne escluso pollame e prodotti a base di latte) e per le larve di Anisakis, il celebre parassita di pesci. L’aumento dei casi di Anisakis non stupisce affatto data la moda crescente dei Sushi bar e l’intramontabile tradizione delle alici marinate. Per essere certi di eliminare l’Anisakis dai pesci occorre cuocere l’alimento (non basta la marinatura) oppure “abbatterlo“, cioè tenerlo a una temperatura di -20 gradi per almeno 24 ore. La legge italiana di fatto obbliga chi somministra prodotti ittici crudi a seguire queste procedure, ma l’ignoranza dei consumatori italiani in materia resta preoccupante (soprattutto per quanto riguarda il pese marinato, tuttora erroneamente considerato sicuro dalla gran parte degli italiani).
I contaminanti chimici notificati più di frequente battraverso il Rasff sono anche per il 2011 le micotossine, (comunque in diminuzione rispetto al 2010), seguite dai residui di fitofarmaci (segnalazioni in crescita) e da migrazioni di materiali nocivi che vengono poi a contatto con gli alimenti. Aumentano le notifiche per la presenza di corpi estranei negli alimenti (specialmente parti di vetro e di metalli). Sono stazionarie rispetto al 2010 le notifiche per gli additivi e coloranti in prodotti alimentari, mentre crescono le segnalazioni per metalli pesanti e residui di farmaci veterinari. Restano poi elevate le notifiche sulla presenza di sostanze allergeniche non dichiarate in etichetta (94 segnalazioni, in aumento rispetto al 2010). Altre irregolarità riguardano l’immissione nei mercati di Novel food (cioè nuovi alimenti e nuovi ingredienti alimentari) non autorizzati (17 segnalazioni, in diminuzione rispetto al 2010) e di Ogm non autorizzati (comunque anch’essi in calo, con 32 notifiche contro le 72 del 2010; e d’altronde ad essere in diminuzione e in grave crisi sono in generale gli Ogm in Europa).
(Luigi Torriani)