Dal Friuli Venezia Giulia al Piemonte delle Langhe e del Barolo alla Toscana del Brunello, del Chianti e del Montepulciano, passando attraverso innumerevoli altri itinerari meno conosciuti, l’Italia – Paese di grandi e grandissimi vini – è la terra per eccellenza del turismo enogastronomico. Qual’è l’identikit dell’enoturista? Ha provato a tracciarlo CST-Movimento Turismo Vino nell’indagine Il volto dell’enoturista oggi, condotta sulle cantite del Movimento e presentata il primo febbraio alla Conferenza Internazionale dell’Enoturismo di Perugia. Vediamo, in sintesi, i risultati.
Un primo aspetto emerso dall’indagine riguarda le modalità di ricerca e di prenotazione. L’enoturista medio prediligela vacanza fai da te: secondo il 66,3% dei produttori 2 clienti su 3 scelgono il proprio itinerario e la propria visita in cantina in maniera indipendente su internet, senza affidarsi all’intermediazione dei tour operator e delle agenzie. Tranne al Sud e sulle isole, dove continuano a prevalere i viaggi organizzati. Il dato è comunque sei volte superiore alla media nazionale, che vede soltanto il 10,6% dei turisti che utilizza il web per informarsi sulla vacanza (dati 2010 Osservatorio Nazionale del Turismo), anche se la percentuale è in continua crescita ed è raddoppiata in un anno (dal 5,3% del 2009 al 10,6% nel 2010).
L’enoturista considera il web la terza fonte più autorevole per la scelta della destinazione turistica, preceduta soltanto dalla personale esperienza pregressa e dal passaparola (Indagine Isnart sui comportamenti turistici degli italiani 1° semestre 2011). Il web appare quindi oggi lo strumento più importante per la promozione dell’enoturismo, attraverso il sito dell’azienda (che permette anche di registrare il cliente, e quindi di ricontattarlo e fidelizzarlo dopo la visita), ma anche attraverso un’eventuale presenza sui social media, attraverso blog, viral sulla rete, applicazioni per smartphone e tablet. Per esempio l’app Cantine Aperte 2011 FVG per iPhone, che consente di visualizzare sullo schermo le cantine presenti nel raggio di alcuni chilometri, e permette di cliccare sui punti di interesse per accedere agli approfondimenti, alle mappe e alla guida a tutti i vitigni del Friuli Venezia Giulia. Addirittura oggi esiste anche un social network specifico per enonauti, Movinclick, con avatar personalizzato a seconda della categoria di appartenenza (appassionati, produttori di vino, operatori del food, giornalisti e tecnici).
Altri aspetti emersi dall’indagine del Movimento Turismo Vino riguardano età e sesso dell’enoturista medio, e la tipologia di vacanza prescelta. In media l’enoturista ha un’età compresa tra i 30 e i 50 anni (7 su 10 sono under 50), è per il 61,3% di sesso maschile, e viaggia in coppia o in gruppo di amici. Per il 90% dei produttori l’attività prediletta dalla stragrande maggioranza degli enoturisti è la degustazione dei vini, spesso abbinata alla visita guidata all’azienda e alla cantina (81%). Per oltre la metà del campione suscitano interesse anche le proposte di visita ai vigneti e di degustazione di prodotti del territorio. Hanno meno successo invece le cene a tema (43,7% degli intervistati), e altre attività di coinvolgimento del visitatore come corsi sul vino e incontri con esperti del settore. Gli eventi con il maggior riscontro di pubblico e con le migliori ricadute sulle aziende vinicole sono Cantine Aperte (che per l’86,9% degli intervistati è in grado di attirare una percentuale “alta” e “molto alta” di visitatori), Calici di Stelle (29,7%) e San Martino in Cantina (17,15%).
In generale, comunque, l’enoturtista cerca un’offerta integrata, che cioè sia in grado di abbinare al vino anche un’offerta di tipo culturale, paesaggistico, sportivo, e di benessere e relax. Il che significa che è fondamentale un lavoro di squadra tra le diverse aziende vinicole e i diversi enti e operatori turistici locali per una valorizzazione complessiva del territorio. A questo proposito la presidente del Movimento Turismo Vino Chiara Lungarotti ha dichiarato: “l’offerta integrata di cultura, paesaggio, eventi e sport costituisce un asset strategico sul quale è indispensabile puntare per sfruttare appieno le potenzialità di crescita dell’enoturismo, che ad oggi sono solo al 20%. Occorre perciò che tutti gli attori, pubblici e non, accelerino il passo per valorizzare in maniera globale i territori italiani, abbinando patrimonio culturale, eventi di promozione, qualità della produzione enologica e turismo ambientale”.
Un ultimo aspetto riguarda la nazionalità dell’enoturista, la spesa media e il periodo della vacanza. Gli enoturisti sono soprattutto italiani, con il 62% delle presenze contro il 38% degli stranieri. Ma sono gli stranieri a spendere mediamente di più. Precisamente: il turista straniero nel 65% dei casi è molto più propenso dell’italiano a spendere per acquistare i prodotti del territorio. La spesa media per la visita della cantina è di 50 euro (ma si arriva anche fino a 100), cifra a cui vanno poi ovviamente aggiunti i costi per il pernottamento e per altre attività. La spesa media giornaliera procapite dell’enoturista arriva quindi a una cifra tutt’altro che indifferente, e precisamente a 193 euro. Un dato che supera di molto la spesa media giornaliera nazionale per le vacanze, che è di 90 euro. I flussi turistici dell’enoturismo sono abbastanza destagionalizzati, con un ovvio calo in autunno e inverno ma con poche differenze tra primavera e estate. In termini assoluti il mese preferito dagli enoturisti è maggio (scelto dal 38% degli intervistati), seguito da agosto (15% degli intervistati), settembre (13,5%), luglio (11,1%) e giugno (7,9%). I residenti e chi abita in località limitrofe sono comunque propensi a visitare le cantine anche nei mesi invernali, e gli escursionisti giornalieri anche in autunno. A scegliere i mesi estivi sono ovviamente in prevalenza i turisti che pernottano nei dintorni e abbinano anche la visita in cantina alla vacanza (tra il 50% e il 75% delle presenze estive per il 47% dei produttori). Infine un dato: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, le cantine non sono mete esclusivamente o quasi esclusivamente da week end (45% delle affluenze nel weekend, 55% negli altri giorni della settimana).
(Luigi Torriani)