Come di consueto (la tradizione si ripete dal 1878) alla fine di ogni anno esce il monumentale Annuario statistico italiano dell’Istat (oltre ottocento pagine), di norma riferito all’anno precedente. I contenuti dell’Annuario 2010 che riguardano le spese alimentari degli italiani sono stati analizzati dalla Cia (Confederazione Italiana Agricoltori). Che dà un responso tutt’altro che incoraggiante: una famiglia italiana su tre ha tagliato i consumi a tavola. E cresce sempre di più la corsa sfrenata alle promozioni e alle offerte dei discount.
Questi, in sintesi, i numeri dell’Annuario statistico che riguardano il settore alimentare: una famiglia su tre ha dovuto tagliare gli acquisti di cibi e bevande, sei famiglie su dieci hanno modificato al ribasso il menù quotidiano, oltre il 30% è stato costretto dalle difficoltà economiche ad acquistare prodotti di qualità inferiore, mentre nel frattempo sono cresciute la spesa nei discount e la corsa alle sempre più frequenti promozioni commerciali. In particolare ben il 41,4% delle famiglie italiane ha ridotto gli acquisti di frutta e di verdura (con implicazioni negative per la salute), il 37% quelli di pane e il 38,5% quelli di carne bovina.
Dal punto di vista della ripartizione geografica: nelle regioni del Nord il 32% delle famiglie ha limitato gli acquisti (e il 39% ha ridotto in particolare l’acquisto di pane e pesce); nelle regioni del Centro la percentuale di chi ha tagliato i consumi sale al 37% (il 38% ha ridotto il pane, il 46% il pesce, il 35% la carne bovina); nelle regioni del Sud si arriva addirittura al 49% (il 38% ha ridotto il pane e il 48% la carne bovina). È aumentata la percentuale di famiglie che ha acquistato prodotti agroalimentari a basso prezzo presso i discount, mentre i supermercati si confermano comunque come i punti vendita dove si ha la maggiore concentrazione degli acquisti da parte degli italiani, con il 69,4% (soprattutto nel Centro-Nord, dove si toccano punte del 75%).
Nel frattempo le prime stime per la spesa alimentare del 2011 segnalano consumi ancora fermi, e anzi spesso in ulteriore (lieve) calo. E una serie di tendenze dei consumatori ampiamente confermate dalla recente indagine di Coldiretti/Swg su Gli italiani e l’alimentazione nel tempo della crisi, e dal recente sondaggio di Coldiretti/Swg che segnala il crollo degli acquisti d’impulso e l’aumento della spesa lunga e della spola tra i negozi. Per il momento – rispetto al 2010 – si registrano (in quantità) flessioni dell’1,8% per la carne bovina, dell’1% per i prodotti ittici, dello 0,4% per gli ortaggi, dello 0,5% per i vini e gli spumanti, dell’1,4% per il pane, dell’1,5% per la pasta. Sembrano invece in leggera ripresa le carni suine e i salumi (+0,7%), le carni avicole (+0,5%), la frutta (+0,8%), l’olio d’oliva (+1,8%), il latte e derivati (+0,8%). Per fortuna alla fine di ogni anno arrivano lo shopping natalizio (sempre più all’insegna del cibo), l’immancabile Cenone, e il giro d’affari ancora ottimo del panettone.
(Luigi Torriani)