Nonostante la crisi, secondo le prime proiezioni lo shopping natalizio tiene. In Italia più che nella media degli altri Paesi europei. E dall’elaborazione di Coldiretti su dati “Xmas Survey 2011” di Deloitte si scopre anche un altro aspetto interessante: le spese per alimenti e bevande superano quelle per i regali e staccano di gran lunga quelle per i viaggi.
Tempo fa Berlusconi ha affermato che in Italia “non c’è una forte crisi”, e che la prova è che “i ristoranti sono pieni“. Se sembra francamente difficile negare l’estrema difficoltà della situazione economica italiana, è vero però che il settore dell’agroalimentare e della ristorazione mostra una relativa tenuta rispetto ad altri comparti. Diverse indagini economiche l’hanno segnalato e lo segnalano. Dall’indagine Coldiretti Swg su “Gli italiani e l’alimentazione nel tempo della crisi” (presentata a Cernobbio nell’ottobre scorso) risulta che soltanto il 16% degli italiani ha ridotto le spese per l’acquisto di cibi e bevande. Un dato notevole, che è secondo soltanto alle spese per i figli, ridotte dall’11% della popolazione. Mentre il 51% degli italiani dichiara di aver ridotto la spesa per l’abbigliamento, il 50% per viaggi e vacanze, il 47% per il tempo libero, il 34% per i beni tecnologici, il 33% per le attività culturali, il 33% per l’arredamento, il 30% per auto e moto.
A confermare la tendenza arriva ora l’indagine “Xmas Survey 2011” di Deloitte, che ha sondato le preferenze degli italiani nelle spese natalizie. In testa alle preferenze tra le spese del Natale 2011 stanno cibo e bevande, considerate la priorità delle festività natalizie dal 40% degli italiani. Davanti quindi perfino ai regali, che sono messi al primo posto dal 39% degli intervistati. Seguono le spese per i viaggi, al primo posto per il 13% degli italiani, le spese per generiche “attività di socializzazione” (7%), e altre spese (1%).
Nonostante la crisi gli italiani non rinunciano dunque a un Cenone come si deve (secondo le stime gli italiani spenderanno poco meno di 3 miliardi di euro per pranzi, cenoni di Natale, Vigilia e Santo Stefano). In generale il budget medio pianificato per le spese natalizie è di 625 euro a famiglia, con un leggero calo (-2,3%) rispetto allo scorso anno ma con una propensione agli acquisti di Natale degli italiani che è superiore a quella della media degli altri partner europei. Durante il mese di acquisti natalizi la spesa stimata per gli italiani è superiore del 6,5% alla media europea, che si ferma a 587 euro a famiglia (anche se con una variabilità notevole tra un Paese e l’altro, dato che si va dai 250 euro degli olandesi ai 943 euro degli irlandesi).
E non c’è soltanto il Cenone. Si sta anche sviluppando sempre di più la tendenza a regalare a parenti e amici prodotti enogastronomici di qualità. Queste le stime e il commento di Coldiretti: “gli italiani acquisteranno per Natale prodotti alimentari tipici per un valore di piu’ di 2 miliardi di euro. La tendenza è verso i prodotti alimentari di qualità da regalare a se stessi o agli altri, tendenza favorita dalla grande varietà dell’offerta italiana, con occasioni di qualità per tutte le tasche. Nel nostro Paese si trovano infatti un terzo delle imprese biologiche europee e un quarto della superficie bio dell’Unione Europea, superando il milione di ettari. L’agroalimentare Made in Italy puo’ contare su 230 prodotti a denominazione o indicazione di origine protetta riconosciuti dall’Unione Europea, senza contare le 4606 specialità tradizionali censite dalle regioni. Mentre sono 517 i vini a denominazione di origine controllata (Doc), controllata e garantita (Docg) e a indicazione geografica tipica”.
(Luigi Torriani)